“Il decreto #antiterrorismo è legge! Da oggi più forti nella lotta al #Terrorismo per la difesa della democrazia e della libertà”.
Così il ministro dell’Interno Alfano ha commentato il voto di fiducia al Senato che oggi, con 161 sì, 108 no e un solo astenuto ha approvato senza modifiche il decreto anti-terrorismo, già passato alla Camera.
Se i terroristi mutano e perfezionano armi e strategie, anche lo Stato deve dotarsi di strumenti atti a recepire tali cambiamenti ed essere in grado di arginarli: via libera quindi a pene più severe per i foreign fighters (combattenti stranieri), che decidono di unirsi all’Isis e altre organizzazioni terroristiche ma non solo.
Pesanti condanne anche per gli scafisti, i conducenti di imbarcazioni che trasportano immigrati clandestini.
Ma vediamo i punti chiave del dl anti-terrorismo.
Foreign fighters.
Per “coloro che si fanno arruolare per il compimento di atti di violenza, con finalità di terrorismo” è prevista la reclusione “da cinque a otto anni”. Stessa pena, oltre alla custodia preventiva, per tutti coloro che collaborino all’organizzazione o alla propaganda di tali spedizioni a fini terroristici. Se vittima di tale organizzazione è un minore (come nel caso del liceale di Como, italo tunisino, arruolato dall’Isis quando era ancora minorenne), è prevista la perdita della podestà genitoriale.
“Lupi solitari”.
Da cinque a dieci anni di carcere per tutti coloro che agiscono da soli al fine di preparare e mettere in atto azioni terroristiche.
Terrorismo 2.0
Nel caso venga utilizzato per diffondere messaggi terroristici di propaganda, il web diventa un aggravante: in flagranza di reato è previsto l’arresto immediato. Sono consentite inoltre intercettazioni preventive sulle reti informatiche degli indagati di terrorismo internazionale.
Scafisti e Mediterraneo
Anche per gli scafisti c’è l’obbligo di arresto se colti in flagranza di reato. Inoltre, scatta l’operazione “Mare sicuro”, che stanzia 40 milioni di euro per prevenire attacchi terroristici alle navi, mercantili e non, che navigano il Mediterraneo.
Sempre a fini preventivi, consentita la possibilità di inserire degli infiltrati nelle carceri italiane.
A coordinare l’insieme delle operazioni sarà il Procuratore nazionale Antimafia.
Priscilla Muro
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