Via libera del Consiglio dei Ministri al nuovo Codice degli appalti che recepisce le direttive Ue in materia di concessioni, appalti nei settori ordinari e settori speciali, con l’obiettivo della semplificazione della normativa, della trasparenza e della qualità.
Ne ha dato l’annuncio ieri sera il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, al termine del cdm che ha approvato il nuovo testo: “Una corposa riforma che mira a rendere il sistema lavori pubblici finalmente all’altezza di un grande paese europeo”. Il nuovo Codice recepisce il vecchio e tre direttive europee e passa da oltre 600 articoli e 1.500 commi a 217 articoli.
Il provvedimento ora deve tornare in Consiglio dei ministri, dopo il parere di Consiglio di Stato, Conferenza Stato-Regioni e due pareri delle commissioni parlamentari competenti, entro il 18 aprile. La novità più rilevante dell’ultimo passaggio è la riduzione da un milione di euro a 150mila euro della soglia di gara sotto la quale le imprese non sono obbligate ad avere la certificazione Soa per partecipare.
Delrio ha illustrato le novità principali del nuovo codice degli appalti: “Basta alle gare al massimo ribasso, la scelta coniuga prezzo e qualità”. “Le gare al massimo ribasso sono finite – ha spiegato Delrio – la scelta è la scelta dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che coniuga il prezzo ma anche la qualità. Il tema della qualità dell’offerta è molto importante – ha insistito – perché evita l’applicazione del massimo ribasso in settori delicati come sono i servizi sociali o scolastici che tanto danno hanno creato in questi anni al nostro Paese”. Il Codice, ha aggiunto il ministro, punta a mettere “al centro la qualità. Innanzitutto la qualità degli operatori economici qualificati, imprese vere e non imprese finte, piene di ingegneri e progettisti e povere di avvocati, esattamente il contrario di quello che avviene oggi. Poi la qualità delle stazioni appaltanti, cioè gli enti che cercano di fare badi di gara di qualità e proporzionati alle loro capacità, si devono qualificare, devono diventare capaci di giudicare le offerte e di fare buoni bandi di gara”. Delrio ha quindi citato anche “la qualità dei progetti: troppo spesso in Italia – ha sottolineato – si mettono a gara progetti preliminari senza indagini archeologiche, geologiche, sismiche e così via e questo comporta che un mese dopo l’aggiudicazione di un appalto cominciano le varianti, si comincia a richiedere il 30% in più, il 40% in più. Il progetto d’ora in poi è centrale, bisogna metterlo a gara se già assestato e convincente. Avremo così più certezza che le opere vengano fatte coi tempi giusti e coi costi giusti”, ha concluso.
Delrio, Anac avrà risorse adeguate per nuovi compiti – “Faremo in modo che ai nuovi compiti corrispondano risorse adeguate, che siano dal bilancio interno o altre risorse si vedrà. Andremo senz’altro incontro a questa sollecitazione di risorse adeguate”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, parlando del ruolo dell’Anac – e dell’allarme lanciato recentemente dal suo presidente Raffaele Cantone – al termine del cdm che ha approvato il nuovo codice degli appalti.
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