C’è voglia di risollevarsi, ripartire, rinascere. La pandemia da Coronavirus ha messo a dura prova il servizio sanitario nazionale ma in modo altrettanto grave l’economia locale, regionale e nazionale, che grande affidamento ha sempre fatto sulle risorse più importanti ed apprezzate del Bel Paese: l’incommensurabile patrimonio storico-artistico-culturale cui fanno da cornice le innumerevoli bellezze naturali dalle Alpi fino alla punta dello Stivale, isole comprese.
Il turismo ha ora bisogno di una spinta per risalire e rifarsi di questi lunghi interminabili mesi di sofferenza e di totale chiusura. Non è ancora il momento opportuno per dare fuoco alle polveri, ma siamo consapevoli che “servirà uno slancio corale e tirare fuori tutto l’orgoglio”, come ha detto il sindaco di Pietra Ligure che da ha lanciato sui canali social uno spot “emozionale” perché i turisti innamorati del paesino rivierasco tornino a ripopolare le sue stradine.
Più avanzata ancora è la magnifica Sardegna che per reagire al disastro non piange sul fatturato mancato a causa del Covid-19, ma ha deciso di programmare il futuro sulla base della dura realtà per tentare di salvare un settore vitale per l’economia isolana. E vuole farlo partendo proprio dalle irrinunciabili garanzie sanitarie da offrire al turista.
Nasce così il progetto ‘Sardegna Isola Sicura’ promosso da ‘Portale Sardegna’, una online travel agency, con sede a Nuoro, quotata su AIM Italia e specializzata nel segmento incoming.
Si tratta di un’iniziativa che coinvolge diverse aziende della filiera – dai trasporti ad alacune tra le principali strutture ricettive del’isola – basandosi sull’analisi di mercato effettuata dal Gruppo per “individuare i fattori critici che permettano all’intero panorama turistico di presentarsi pronto, coordinato e coeso per la gestione ottimale degli arrivi in Sardegna, riducendo al minimo le fonti di preoccupazione dei viaggiatori”.
Il protocollo intende essere il più possibile ‘scientifico’ e concreto. Un sondaggio, lanciato sulla base utenti italiani di Portale Sardegna e Charming Sardinia, ha fatto emergere che solo il 7% degli intervistati prevede già da ora di non fare le vacanze estive. Il progetto è quindi quello di tutelare chi, invece, intende prenotare per l’isola tramite una “strategia imprenditoriale coordinata affinché, dopo la crisi, si adottino nuovi standard di servizio che consentano ai nostri ospiti di vivere serenamente una vacanza in Sardegna, mediante l’attivazione, già da subito, di una serie di ‘best practice’ che anticipino, armonizzino e consolidino le eventuali e auspicate direttive nazionali”. Programma non facile, ma Portale Sardegna e i suoi partner si sono già messi al lavoro.
Il progetto prevede una serie di ‘tavoli di lavoro’ per la creazione del protocollo ‘Sardegna Isola Sicura’ che punteranno all’adozione di alcuni criteri in grado di ridurre la probabilità di contagi. Queste tematiche sono state delineate in via generale nel corso di un primo incontro e verranno meglio configurate dai diversi operatori turistici attivi in Sardegna nei successivi, prevedendo, grazie al contributo di tutti, misure specifiche ad hoc per le strutture ricettive, gli aeroporti e le ditte di trasporto. Il ‘tavolo’ coordinato dal Gruppo Portale Sardegna prevede la collaborazione e il contributo delle realtà imprenditoriali di spicco dell’intera filiera del turismo sardo: Aeroporto di Olbia, Gruppo ITI Marina, Arbatax Park Resort, ITI Colonna, Club Esse, Bovi’s Hotels, THotel, Forte Village, Chia Laguna – IHC, Hotel Costa dei Fiori, Abi D’Oru Hotel & SPA, Pullman Timi Ama Sardegna, CPH Pevero Hotel, Italianway, Escursì e Associazione Extra.
“In un momento in cui è necessaria la massima coesione e il massimo spirito collaborativo – spiega Massimiliano Cossu, Ad di Portale Sardegna – ci facciamo promotori dello sviluppo di un protocollo, condiviso per tutta la filiera turistica, che garantisca la massima tutela dei viaggiatori che scelgono la nostra regione come meta delle loro vacanze estive. Queste misure sono rivolte inoltre a scongiurare un turismo disordinato e privo di specifiche linee guida che possa mettere a rischio tanto i turisti, quanto la popolazione locale”.
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