Il ddl su omotranslesbobifobia non passa, la ‘tagliola’ politica scatta al Senato che esprime con voto segreto 154 sì, 131 no e 2 astenuti sull’esame degli articoli del provvedimento. Duecentottantotto i presenti, Fratelli d’Italia al completo, 16 gli assenti di cui 8 tra Forza Italia e Italia Viva.
All’esito della votazione, il fronte di chi voleva passare all’esame della legge ha registrato 23 voti in meno. Segno che il malessere sul provvedimento riguardava anche Pd e M5s. Un eventuale accordo doveva arrivare sugli articoli 1, 4 e 7, rimuovendo il concetto di identità di genere, le ambiguità sulla perseguibilità delle opinioni e i vincoli per le scuole, in particolare quelle di orientamento religioso. Anche in questo senso, il 23 giugno scorso una nota verbale della Segreteria di Stato vaticana aveva segnalato alle autorità italiane le criticità del ddl Zan in merito alla libertà d’espressione della Chiesa e al rispetto dei Patti lateranensi.
Ecco cosa è successo
“Sono arrivate due richieste di voto a scrutinio segreto, il presidente ritiene ammissibili queste due richieste, a firma Calderoli e La Russa, in base al regolamento e ai precedenti”, aveva detto stamane Elisabetta Casellati.
“Io sono stata esclusivamente chiamata a giudicare sulla votazione segreta che è una questione puramente giuridica, infatti ho citato il regolamento e i precedenti che mi hanno indotto alla concessione del voto a scrutinio segreto. Credo che la mia decisione, per quanto ritengo sia legittimo contestare perché si tratta di una interpretazione, abbia delle solidi fondamenti di carattere giuridico”, aveva detto Casellati citando alcuni precedenti che hanno autorizzato la presidenza alla concessione del voto segreto.
Le reazioni
E’ un “tradimento politico” ha commentato il promotore e firmatario del ddl:
“Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare”, ha detto Alessandro Zan, il deputato Pd su twitter.
In campo dem la delusione è tanta a causa dei franchi tiratori – l’ipotesi è quella che si possano rintracciare tra le file di M5S e anche Pd – coperti dal voto segreto. Dall’altro lato il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, spiega che “il ddl Zan è stato affossato per i calcoli sbagliati del Pd: ora togliamo i bambini, i nuovi reati e il dibattito sull’identità di genere. Hanno deciso di andare allo scontro, dopo mesi che avevamo avvisato ed è finita così. Ora proporrò al centrodestra di ripartire dal nostro testo”.
Delusione anche nel Movimento 5 Stelle: “Sul #ddlZan registriamo un passaggio a vuoto su un percorso di civiltà e di contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza per l’orientamento sessuale. Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari”, ha scritto sui social il presidente del M5S, Giuseppe Conte.
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