“Lunedì 16 aprile sarò presente al sit-in organizzato da Bramini presso la sua abitazione, riceverò insieme a lui le autorità che si presenteranno per effettuare lo sgombero e comunicherò loro che, nel rispetto dell’inviolabilità del mio domicilio di parlamentare, lo sgombero non potrà essere eseguito”.
Lo comunica in una nota il senatore del Movimento Cinque Stelle Gianmarco Corbetta, spiegando di aver eletto il domicilio parlamentare presso l’abitazione dell’imprenditore monzese Sergio Bramini, fallito per crediti con lo Stato, al fine di evitarne il pignoramento fissato dal Tribunale di Monza per lunedì.
Fallire per colpa dello Stato. E’ questa la sorte toccata a molte aziende italiane a causa di uno Stato che non paga i suoi fornitori.
Sergio Bramini, 71 enne, è un imprenditore monzese che ha lavorato per molti anni nella gestione rifiuti. Nel 2011 la sua azienda, Icom Srl, è stata costretta a fallire a causa di mancati pagamenti per oltre 4 milioni di euro, la maggior parte riferiti a servizi svolti per gli A.T.O. (ambiti territoriali ottimali) siciliani.
Trattandosi di crediti nei confronti della pubblica amministrazione, in teoria la Icom avrebbe potuto cederli alle banche e recuperare il denaro in sei mesi grazie a un meccanismo istituito dal Governo con due decreti nel 2013 e 2014. In realtà lo Stato italiano, in contrasto con l’Unione Europea, non ha riconosciuto gli A.T.O. come pubbliche amministrazioni. Di conseguenza il curatore fallimentare ha stralciato il 90% dei crediti vantati da Icom equiparando gli A.T.O. a soggetti privati i cui debiti non sono garantiti dallo Stato.
Il problema è che lo Stato, nel tentativo di contenere l’ammontare “ufficiale” del debito pubblico, non ha nessun interesse a riconoscere e accollarsi i debiti contratti dalle pubbliche amministrazioni. Alla fine chi ci rimette è l’imprenditore. Il sig. Bramini, dopo aver tentato in tutti i modi di salvare l’azienda e i posti di lavoro dei suoi dipendenti ipotecando perfino la propria abitazione, sta per finire in mezzo a una strada. La battaglia legale che ha condotto per cercare di ottenere giustizia non ha dato i risultati sperati: la sua abitazione è stata messa all’asta e lunedì 16 aprile alle 14 è previsto lo sgombero da parte della forza pubblica.
“Di fronte a questa inaccettabile ingiustizia causata dallo Stato italiano ai danni di un cittadino ho deciso di intervenire per evitare lo sgombero dell’abitazione istituendovi il mio ufficio ed eleggendovi il mio domicilio di parlamentare, a cui la Costituzione riconosce un diritto di inviolabilità – fa sapere il senatore brianzolo, classe 1972, già portavoce e consigliere regionale del M5S in Lombardia. -Lunedì 16 aprile alle ore 14 sarò presente al sit-in organizzato dal sig. Bramini presso la sua abitazione, riceverò insieme a lui le autorità che si presenteranno per effettuare lo sgombero e comunicherò loro che, nel rispetto dell’inviolabilità del mio domicilio di parlamentare, lo sgombero non potrà essere eseguito.
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