Non ce l’ha fatta l’ex ad della Fca ricoverato a Zurigo dal 28 giugno per un intervento. Sergio Marchionne, 66 compiuti il 17 giugno scorso, è morto all’ospedale universitario di Zurigo dove aveva subito un intervento alla spalla destra. Inizialmente le sue condizioni post-operatorie sono sembrate nella norma. Poi, dieci giorni dopo, l’aggravamento per ‘complicanze’, fino alla dichiarazione all’inizio di questa settimana della ‘irreversibilità’ delle sue condizioni di salute. Venerdì scorso il presidente di Fca, John Elkann, aveva constatato che “Marchionne non potrà tornare a fare l’amministratore delegato”, motivo per cui sabato 21 luglio è stato nominato quale suo successore Mike Manley.
L’ultima uscita pubblica di Sergio Marchionne, il manager informale col pullover – nessun dress code rigoroso neppure per gli appuntamenti ufficiali – era stata due giorni prima del ricovero, a Roma, in occasione della consegna di una Jeep all’Arma dei carabinieri. Quel giorno era sembrato a tutti già affaticato: parlava con difficoltà. Ma per lui, figlio di carabiniere, quell’appuntamento era irrinunciabile. È stato il suo ultimo saluto, per molti aspetti simbolico, la chiusura del cerchio di un’esperienza umana e professionale.
“Grazie per il lavoro, la fatica, i risultati. E per l’orgoglio italiano portato nel mondo”: è uno dei primi messaggi su Twitter subito dopo l’annuncio della sua morte. Lo ha scritto l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Per il Presidente della Repubblica Marchionne ha avuto “una visione oltre l’orizzonte”: “La sua visione ha sempre provato a guardare oltre l’orizzonte e immaginare come l’innovazione e la qualità potessero dare maggiore forza nel percorso futuro. Marchionne ha saputo testimoniare con la sua guida tutto questo, mostrando al mondo le capacità e la creatività delle realtà manifatturiere del nostro Paese”. Lo ha sottolineato Sergio Mattarella ricordando la figura di colui che diventando amministratore delegato del Gruppo Fiat nel giugno del 2004, un’azienda che ha i conti in profondo rosso, una gamma vecchia di autovetture e nessuna nuova idea con una grande pensata – il ritorno della nuova 500 che avviene nel 2007 – riesce a capovolgerne le sorti.
La grande occasione arriva nel 2009. Chrysler, insieme a GM, è in bancarotta e Marchionne vola a Washington convincendo il neopresidente Barack Obama che Fiat ha la tecnologia e le capacità per salvare Auburn Hills. L’affare va a buon fine: Fiat si prende il 20% delle azioni a costo zero e il controllo di Chrysler Group assumendo una serie di obblighi industriali che avrebbero garantito, a scadenze previste, ulteriori quote. Marchionne diventa amministratore delegato anche dell’azienda Oltreoceano e nel 2010 entra nel consiglio di amministrazione di Exor, la holding finanziaria della famiglia Agnelli. in ‘ad Sergio Marchionne.
“Marchionne ha scritto una pagina importante nella storia dell’industria italiana. Nella sua responsabilità di leader della Fiat ha attraversato anni di trasformazioni assai profonde e radicali dei mercati, dei sistemi di produzione, delle strategie finanziarie, delle relazioni sindacali. Ha assicurato continuità e rilancio fino a costruire una nuova aggregazione, a dar vita a una nuova più grande realtà per sostenere la competizione (nel 2009, attraverso la fusione con il Chrysler Group, mentre nel 2014 completa l’acquisizione al 100% dello stesso Gruppo americano, ndr). Marchionne – ha concluso Mattarella – non ha mai rinunciato a battersi per le proprie strategie, ad affrontare difficoltà e conflitti, a superare incomprensioni”.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Do il mio consenso affinché un cookie salvi i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy