Novant’anni ma non li dimostra, grazie anche alle mani maestre che riescono a confezionargli altre nuove vesti che tengono alto il suo indice di gradimento presso il numeroso pubblico che lo incontra, normalmente, all’ora di pranzo.
Stiamo parlando dell’intramontabile tramezzino che tocca oggi il traguardo dei novant’anni di vita. Tutti ha inizio, però, ancora prima con John Montagu, militare, ammiraglio e diplomatico britannico che nel 1729, all’età di dieci anni, succede nel titolo di conte di Sandwich al nonno. La leggenda vuole che essendo uomo molto impegnato nel lavoro ma anche nel gioco delle carte avesse inventato questo panino per non doversi allontanare dalla scrivania. Versione confermata dai suoi biografi che raccontano di una intensa attività di diplomatico. Uno dei tanti aneddoti, invece, vuole che durante una lunghissima partita di carte si sia fatto servire dell’arrosto in mezzo a due fette di pane. Insomma, sia la prima che la seconda versione altro non portano se non al ….sandwich!
Quasi due secoli dopo il ‘panino’ made in Great Britain approda anche in Italia, precisamente a Torino. E’ l’anno 1926 quando per la prima volta viene realizzato presso il caffè Mulassano rilevato da Angela e Onorino Nebiolo che per rilanciare il locale disoli 31 metri quadri, che avevano rilevato di ritorno dall’America, offrono nuove proposte da accompagnare all’aperitivo. Tra queste, avendo portato dagli States una macchinetta che tostava il pane, il toast. Non paghi di questa innovazione, pensarono di utilizzare lo stesso pane morbidissimo, usato per i toast, senza tostatura e con una speciale e più intensa farcitura: fu così che il signor Onorino inventò il tramezzino. Dapprima lo serviva in accompagnamento agli aperitivi, poi, visto il successo, lo propose per lo spuntino di mezzogiorno dei tanti impiegati e delle sartine di via Roma e via Po. Il resto lo ha fatto il celebre Gabriele D’Annunzio che pensano mentre lo stava addentando alle ‘tramezze’ della sua casa di campagna, gli diede il nome che tutti conosciamo: “tramezzino”.
All’interno del Caffè Mulassano è esposta la targa che ricorda l’anno e gli autori di questa bella invenzione, oggi proposta dallo stesso locale in ben trenta gusti diversi tra i quali i più originali e richiesti sono il tramezzino all’aragosta, quello al tartufo e con la bagna cauda.
Oggi il tramezzino è un prodotto di punta dei consumi fuori-casa che lo adoperano volentieri come intervallo a metà mattinata o a pranzo accompagnato da una spremuta d’arancia o altro succo. L’Ufficio studi di Fipe Confcommercio rileva che piace anche ai turisti stranieri che ne apprezzano sia la versione più tradizio nale, con pomodoro e mozzarella o prosciutto e formaggio, alle farciture più fantasiose. Negli ultimi anni si è assistito ad un forte aumento di tramezzini a base di verdure e mozzarella, i cosiddetti vegetariani, fino ad arrivare ai più rigorosi vegani senza formaggio e ai tramezzini gluten free. E tra le nuove tendenze non possono mancare i tramezzini ‘a km 0’, ovvero con le varianti regionali e i prodotti tipici come quelli con lo speck dell’Alto Adige Igp o la fontina della Valle d’Aosta Dop.
A.B.
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