Castelmola (Me), l’acropoli di Taormina, che sembra una terrazza con vista sul mare; San Ginesio (Mc), piena in ogni angolo di effigi del santo patrono, il martire romano Lucio Ginesio, ritratto mentre suona la ribeca o mostra la maschera perché era mimo, musico e attore.
Rocca Imperiale, in provincia di Cosenza, il cui vanto sono i limoni dal profumo eccezionale. E, ancora, Castel San Pietro Romano, a una cinquantina di chilometri dalla Capitale, dove nel 1953 Luigi Comencini ambientò il suo Pane, amore e fantasia: sono solo alcuni dei 279 borghi disseminati da Nord a Sud del nostro Paese, raccontati nelle loro mille sfaccettature dalla Guida Ufficiale ‘I Borghi più belli d’Italia’, edita da SER – Società Editrice Romana.
Giunta alla XIII edizione e presentata nei giorni scorsi a Roma dall’Associazione “I Borghi più belli d’Italia”, la guida descrive nei dettagli luoghi unici e “slow” che custodiscono lo stile di vita italiano e che sono emblemi di una bellezza nascosta ma preziosa: nelle 672 pagine trovano posto 279 borghi certificati, 2000 fotografie, 1500 eventi, più di 8000 operatori economici, oltre 800 tra piatti e prodotti tipici, 450 musei e gallerie d’arte, e un francobollo, quest’anno dedicato ad Asolo.
Non solo un biglietto da visita per promuovere questi piccoli e attivissimi centri ricchi di cultura e bellezza (oltre il 60% dei borghi ha almeno un museo, per un totale di 242 tra musei, gallerie e collezioni e 39 monumenti), ma un vero e proprio strumento per accompagnare i tanti appassionati che ogni anno scelgono di visitarli e di godere di un patrimonio unico nel suo genere: con la guida (che opera in sinergia con il portale borghipiubelliditalia.it e con la rivista Borghi Magazine) è dunque più facile orientarsi tra stili architettonici, monumenti e opere d’arte, splendidi paesaggi, produzioni artigianali ed eccellenze enogastronomiche, feste, eventi e antiche tradizioni che caratterizzano questi comuni.
Del resto, il turismo nei borghi italiani va alla grande: secondo i dati provvisori diffusi dall’Istat, le presenze turistiche del 2017 in questi centri sono cresciute di 24 milioni di unità rispetto all’anno precedente. Nei 279 piccoli comuni presi in esame (che rappresentano il 4.3% del territorio nazionale, con 1 milione e 100 mila abitanti) è aumentata anche l’offerta ricettiva, con 191 mila posti letto in 7330 esercizi ricettivi; inoltre nei borghi il turismo è più italiano che internazionale, e non ha la caratteristica del “mordi e fuggi”, perché si registra infatti una media di 3.8 giorni di permanenza. “I borghi rappresentano un’Italia diversa da quella più conosciuta, dove si preserva lo stile di vita italiano. A noi piace considerare i turisti che li visitano come dei veri investitori nella bellezza italiana, perché con la loro presenza contribuiscono a mantenere vive le attività dei borghi”, afferma Fiorello Primi, presidente dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia”.
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