Con 423 sì, 209 no e 67 astenuti il Parlamento europeo ha approvato la nuova Commissione Europea guidata da Jean Claude Juncker. In sostanza l’esecutivo europeo per i prossimi cinque anni ha raccolto tutti i voti del Partito Popolare europeo, una maggioranza di quelli dei socialdemocratici (con l’eccezione di qualche delegazione nazionale) e buona parte dei liberali dell’Alde. Hanno votato contro invece i Verdi europei, la Sinistra Unitaria e il gruppo degli euroscettici di Nigel Farage. Conservatori e riformisti hanno scelto l’astensione.
E’ “ridicolo che ci siano solo 9 donne su 28 commissari“, ha detto Jean Claude Juncker presentando la sua nuova Commissione e ricordando le difficoltà per ottenere che i governi proponessero un minimo sufficiente di candidate donne nella sua nuova squadra.
Juncker ha spiegato che gli piacerebbe vedere assegnata all’Europa “la tripla A sociale”, ovvero il miglior giudizio possibile (nel rating del rischio sul debito) sulle sue politiche sociali. E ha anticipato che “prima di Natale” presenterà il “pacchetto ambizioso di investimenti” da 300 miliardi di euro per rilanciare occupazione e crescita. Un programma di investimenti, ha spiegato, a cui tiene molto e i tentativi per sviarlo “non sortiranno alcun effetto”. Il programma, ha avvertito Juncker, “non può essere finanziato con nuovo debito” e sarà presentato prima di Natale, con un’accelerazione rispetto alla scadenza di fine gennaio.
“Le economie che non crescono non creano neanche occupazione, e la creazione di posti di lavoro è una priorità”, ha ribadito l’ex premier lussemburghese. Juncker ha aggiunto che l’Ue deve fare di più anche su altri fronti, ovvero l’epidemia di ebola, la minaccia dei jihadisti dello Stato Islamico in Iraq e Siria e l’ondata migratoria che arriva da tutto il Mediterraneo.
“Le regole di stabilità non si cambiano” ma “con i margini di flessibilità consentiti dai trattati”, afferma Juncker aggiungendo che “non ci saranno svolte epocali” e che “la disciplina di bilancio, con la flessibilità e le riforme strutturali” sono necessari per “ridare slancio” all’economia europea”.
Junker, 60 anni, è un politico e avvocato lussemburghese. È stato primo ministro del Lussemburgo dal 1995 fino al 2013. E’ stato il candidato del Ppe per la presidenza della Commissione europea alle elezioni di quest’anno.
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