La Giunta capitolina a stragrande maggioranza con 26 voti favorevoli e solo 5 contrari – dalla parte degli abitanti dello storico quartiere costruito per i giochi olimpici del 1960 Fratelli d’Italia e Movimento Cinquestelle, dall’altra solo il PD – ha deciso di sospendere le procedure relative alle proposte del II Municipio riguardo la pedonalizzazione del Villaggio Olimpico.
“Sconfitti la presidente Del Bello, l’assessore ai lavori pubblici Giovanelli e quanti volevano trasformare il nostro Villaggio in un’area di servizio e business con obiettivi non chiari e dannosi sul piano della legalità. Il voto della giunta ripristina i diritti della cittadinanza”. E’ scritto nel volantino distribuito in tutto il quartiere dai promotori del Comitato per la tutale del V.O. che si sono fatti carico di portare avanti una battaglia, iniziata solo quattro mesi fa, giunta ora al successo inatteso per la rapidità. Atteso invece perché il progetto portato avanti dal municipio di appartenenza non apporterebbe migliorie, sia per chi vi abita da 60 anni sia per chi vi si è insediato più di recente, contemplando la cementificazione di diverse migliaia di metri quadri, al posto del verde, l’eliminazione di centinaia di posti auto e lo stravolgimento della viabilità per fare posto a nuove isole pedonali.
“Alle nostre contestazioni di illegittimità degli atti portati avanti dalla Presidente e dall’assessore all’Urbanistica del II Municipio, che su questa vicenda, hanno dato solo risposte parziali, evasive e contraddittorie, non sono stati in grado di sostenere la regolarità del loro operato”. I rappresentanti del Comitato, che tutela il Villaggio costruito per i giochi olimpici del ’60 e suoi abitanti, spiegano passo dopo passo le motivazioni che li hanno spinti a rivolgersi in alto, al sindaco di Roma, non avendo ricevuto “da alcune amministrazioni in particolare, malgrado i termini perentori della legge” risposta alcuna alle loro domande.
A complicare ulteriormente le cose, poi, all’inizio di settembre sono arrivate le dimissioni dei consiglieri M5s Marco Terranova e Donatella Iorio che hanno lasciato l’incarico di presidenti rispettivamente delle commissioni Bilancio e Urbanistica. Due postazioni al momento ancora vacanti in due commissioni fondamentali in questa fase dell’amministrazione grillina. “Da nostre informazioni raccolte in ambienti autorevoli – si legge ancora nel testo del volantino – alle dimissioni dell’assessore all’Urbanistica non sarebbe estraneo il grande e pasticciato imbroglio della pedonalizzazione del Villaggio Olimpico e le iniziative del II Municipio per mettere le mani anche sui progetti e gli appalti riguardanti la ristrutturazione delle aree militari di via Guido Reni”.
Questo stare con il fiato sul collo a suon di diffide e denunce inoltrate a tutte le istituzioni e alle strutture tecniche coinvolte, hanno convinto gli attori del II Municipio a muoversi con maggiore cautela sì, ma omettendo di dare agli aventi diritto le risposte che attendevano. Come, ad esempio, quella alla richiesta di un referendum consultivo tra gli abitanti del territorio.
Ma non finisce qui. “Una seconda ondata di contestazioni legali e nuove denunce è comunque già pronta in quanto quel progetto dalle tante zone d’ombra, è caratterizzato, da una pervicace e precisa volontà di attivare, grazie alle complicità politiche, business in danno del quartiere e di chi ci vive e lavora”, denuncia ilò Comitato per la tutela del V.O..
Ecco perché oggi, alle ore 18, nell’ampio spazio della piazza intitolata a Jan Palach – altra isola felice di un quartiere che non sente il bisogno di altre aree pedonalizzate – “contro i disservizi, l’arbitrio, il degrado e la cattiva gestione” e “per salutare quella che consideriamo una grande vittoria del Villaggio Olimpico (la sospensione da parte della giunta capitolina del progetto avviato dal II Municipio, ndr)”, si terrà un’assemblea pubblica aperta a tutti gli interessati a mantenere intatto “questo autentico gioiello dell’urbanistica romana”, che avrebbe certamente bisogno di un piano di interventi di manutenzione e riqualificazione molto meno costosi e di impatto immediato. Quei ritocchi che si sarebbero dovuti mettere in cantiere prima dello scadere del mandato cui mancano ormai pochi mesi, per evitare che la trascuratezza sfociasse in degrado. Come puntualmente successo.
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