E’ “necessario che l’inchiesta si faccia” perché “tutte le informazioni che arrivano, da qualsiasi fonte, dovranno essere verificate attentamente“. Lo dice l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton, parlando dell’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines al suo arrivo nella sede del Consiglio Esteri che si tiene oggi a Bruxelles. “Invitiamo la Russia a fare la propria parte e ad impegnarsi” per le indagini.
Mosca, che sembra aver rccolto l’invito, si è detta pronta a fornire un ‘aiuto completo’ mettendo a disposizione suoi esperti che prenderanno parte all‘inchiesta internazionale per fare luce sulla strage del volo della Malaysia Airlines, in cui hanno perso la vita 298 persone, e plaude all’adozione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiede di consentire l’accesso al sito della tragedia. Lo rende noto il ministero degli Esteri russo in una nota.
In quest’ottica di collaborazione va inserita l’avvenuta consegna, da parte dei filorussi, delle due scatole nere agli esperti di Kuala Lumpur. “Abbiamo deciso di consegnare le scatole nere nelle mani degli esperti malesi“, ha dichiarato stanotte il primo ministro dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dnr), Alexander Borodai. I separatisti hanno quindi mostrato ai giornalisti due oggetti di color rosso-arancio, simili a dei registratori di volo. Gli esperti malesi hanno firmato un protocollo con i responsabili della Dnr. “A nome del governo malese ringraziamo la Repubblica di Dontesk di averci riconsegnato le due scatole nere, che sono di proprietà della Malesia. Vedo che sono praticamente intatte“, ha detto uno degli esperti malesi. Inoltre, i filorussi hanno annunciato il cessate il fuoco in un raggio di 10 chilometri nella zona dell’est dell’Ucraina in cui è precipitato l’aereo della Malaysia.
Ma la comunità internazionale non sembra molto convinta dell’estraneità dei separatisti alla vicenda e insiste nel chiedere l’adozione di misure contro Mosca: “Tutti vogliono un set equilibrato di misure” contro la Russia “ma da giovedì il mondo è cambiato” ed il Consiglio Esteri oggi “deve mandare un chiaro segnale che siamo pronti a prendere altre misure“. Ad affermarlo è il nuovo ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, affermando che “prenderemo in considerazione l’embargo delle armi“, una sanzione che, tra l’altro, andrebbe a colpire il contratto di fornitura delle due navi lanciamissili francesi della classe Mistral.
Ancor più duro il ministro degli Esteri lituano, Linas Linkevicius, per il quale “è necessario riconoscere lo status di terroristi alle cosiddette repubbliche di Lugansk e di Donetsk“, aggiungendo che “oltre alle azioni militari, va fermata la propaganda di Mosca” e anche un neanche troppo sibillino “bisogna vedere chi c’è dietro la tragedia ma noi sappiamo chi c’è dietro i terroristi“. Quindi, concludendo il suo intervento al Consiglio Esteri, Linkevicius ha rivolto all’Ue un invito che è anche una “bacchettata” all’inerzia sin qui mostrata dall’Europa: “dobbiamo arrivare vicini alla cerchia di chi prende le decisioni. Ma sinora stiamo facendo ancora troppo poco e troppo lentamente e l’inazione è un invito a continuare“.
Parole di fuoco che fanno seguito alle dichiarazioni rese ieri dal presidente Usa Barack Obama in conferenza stampa: “La Russia ha influenza su questi separatisti, li ha addestrati, ha fornito loro materiale militare. La Russia e Putin hanno responsabilità diretta per costringere i separatisti a collaborare“. Obama aveva anche aggiunto che: “Non bastano le parole, ora servono i fatti” e che se la Russia avesse continuato ad appoggiare i ribelli “il costo per il suo comportamento” avrebbe potuto “solo aumentare“.
Pronta la replica di Mosca affidata al ministro della Difesa che ha smentito categoricamente la rilevazione di missili vicino alla rotta del Boeing aggiungendo che, invece, il sistema satellitare russo avrebbe individuato la presenza di un caccia ucraino Su-25 diretto verso l’aereo malese. Ieri, Mosca aveva anche smentito le accuse di aver fornito ai separatisti i missili Buk, sospettati da Washington e da Kiev di esser quelli lanciati per abbattere il boeing malese: “La Russia non ha fornito agli insorti sistemi missilistici Buk o altro materiale militare” aveva riferito il generale Andrei Kartapolov dello stato maggiore russo.
Il “treno della morte”: ora è a Kharkiv
Intanto, “il treno della morte” che trasporta i corpi delle vittime dello schianto del Boeing 777 è arrivato a Kharkiv, città ucraina fuori dalla zona controllata dai separatisti filorussi. Lì sono presenti i laboratori ove verrà eseguita l’autopsia sui cadaveri. Lo riferisce la Bbc sul suo sito. Il convoglio aveva lasciato ieri la stazione di Torez dopo un iniziale braccio di ferro tra i ribelli e Kiev. Prima di lasciare la stazione ucraina, le salme erano state esaminate di nuovo, da esperti olandesi. Ma restano ancora incongruenze tra i dati delle varie fonti: Kiev riferisce che nei cinque vagoni refrigerati ci sono 252 corpi, mentre gli esperti internazionali parlano di 282. Non tutti sarebbero stati caricati, ha spiegato in conferenza stampa l’ambasciatore ucraino a Roma, Yevhen Perelygin.
Le corone di fiori all’aeroporto di Schiphol
In Olanda, patria della stragrande maggioranza dei passeggeri del volo abbattuto ( per l’esattezza erano 192 i cittadini olandesi a bordo), è forte il cordoglio della popolazione e migliaia di corone di fiori sono state depositate da amici, parenti delle vittime, ma anche hostess e viaggiatori all’aeroporto di Schiphol.
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