‘Correremo da soli’. Lo ha annunciato Luigi Di Maio sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori. Ma a mandibole serrate.
Gli iscritti ai Cinque Stelle hanno votato sulla piattaforma Rousseau, fra le polemiche interne che non sono state poche viste le varie fronde in cui è spaccata la creatura di Casaleggio e Grillo, per decidere se far partecipare o meno il MoVimento alle prossime elezioni regionali. O, meglio, chiamati a “votare per decidere se il Movimento 5 stelle debba osservare una pausa elettorale fino a marzo per preparare gli Stati Generali evitando di partecipare alle elezioni di gennaio in Emilia-Romagna e Calabria”, hanno risposto in 27 mila. Poco meno di un quinto (125 mila) degli aventi diritto al voto.
Anche questa volta il quesito è stato formulato in maniera poco chiara, secondo i contestatori per confondere le acque e indurre in errore i militanti che votavano. Per cui il 70,6% di ‘no’ deve interpretarsi a favore dei candidati regionali di Emilia Romagna e Calabria che, a differenza del loro capo politico Di Maio, preferiscono “esserci!”. A tutti i costi.
Luigi Di Maio ieri mattina all’Aria che tira, su La 7, aveva precisato: “Di solito preferisco non votare ma chiedere al M5s quale sia la direzione da prendere. Gli uomini soli al comando diventano dei palloni e poi scoppiano. Io credo che le decisioni importanti vanno prese con gli iscritti. I più grandi errori li ho commessi scegliendo da solo”.
Il responso di Rousseau è un boomerang per il Movimento. Ma forse anche per il Pd che in Emilia Romagna si aspettano venga confermato l’uscente Bonaccini. E’ pure un chiaro segno che l’alleanza di governo non piace agli aficionados ai Cinque Stelle, ai ‘duri e puri’ nelle orecchie dei quali riecheggiano ancora quelle dichiarazioni di Di Maio, Di Battista & Co, del genere “mai col Pd”, “mai col partito di Bibbiano”. Salvo poi fare la scelta tanto vituperata per mantenere, come è successo con il Conte bis, la poltrona conquistata.
Luigi Di Maio, dopo la debacle umbra dove Pd ed M5S, alleati, si sono fatti sconfiggere dalla candidata della Lega Tidei, insiste: i Cinque Stelle devono andare da soli. Il loro capo politico, preoccupato prima del voto, si è poi mostrato in conferenza stampa forzatamente sorridente. In fondo sono ancora “la terza via”, “l’alternativa alle due forze politiche tradizionali della destra e della sinistra”. In un MoVimento che comunque è spaccato e, secondo le previsioni, non dovrebbe superare in Emilia-Romagna l’8%, si insinua Matteo Salvini che invita i militanti cinque stelle a traghettare: “Le porte della lega sono aperte a chi vuole davvero il cambiamento”.
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