La disoccupazione scende ad agosto a 12,3%. Ma questo non vale per i giovani. A rivelarlo è l’Istat i cui dati parlano di livelli record di senza lavoro nella fascia d’età 15-24 anni. Le nuove percentuali arrivano mentre la discussione politica dentro e fuori la maggioranza è incentrata sull’articolo 18 e il Jobs Act.
Secondo la stima preliminare dell’Istat, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ad agosto, è schizzato al 44,2% in crescita di 1 punto percentuale rispetto al mese precedente e di 3,6 punti su base annua: si tratta del dato più alto da 37 anni, ossia dal 1977 (anno d’inizio delle serie storiche trimestrali) e dal gennaio 2004 se si considerano le serie mensili. Complessivamente, però, la disoccupazione è calata al 12,3%.
Il dato di agosto si spiega sostanzialmente – hanno rilevato i tecnici dell’Istituto – con il calo degli under 25 occupati: risultano occupati, infatti, 895.000 giovani tra i 15 e i 24 anni, in diminuzione del 3,6% rispetto al mese precedente (-33 mila) e del 9% su base annua (-88.000). Il numero di giovani disoccupati, invece, resta sostanzialmente stabile, pari a 710.000, aumenta dello 0,3% nell’ultimo mese (+2.000) e del 5,6% rispetto a dodici mesi prima (+37.000).
Come spiega il rapporto sul mercato del lavoro 2013-14 elaborato dal Cnel, il problema della crescente disoccupazione giovanile è frutto di una concomitanza di cause. Innanzitutto la normativa sul lavoro introdotta negli ultimi 20 anni che ha reso il lavoro più flessibile con il risultato che oggi, in Italia, è più facile licenziare che in Germania, Francia e Olanda.
Alla fine degli anni Novanta l’economia italiana si caratterizzava per una regolamentazione più rigida dei rapporti di lavoro anche rispetto ai principali Paesi europei. “Da allora però la situazione del mercato del lavoro italiano è cambiata – scrive il Cnel – e il nostro Paese ha guadagnato un certo grado di flessibilità. Nei ranking dell’Ocse il grado di protezione dei rapporti di lavoro in Italia nel 2013 risultava inferiore a quello francese, e prossimo ai livelli riscontrati in Germania e Spagna.
Il tasso italiano si trova a un livello praticamente doppio rispetto a quello tedesco: oggi la Germania ha annunciato una disoccupazione stabile al 6,7%, a settembre, come da attese: il numero dei disoccupati, corretto per i fattori stagionali, è salito di 13 mila unità a 2,918 milioni, laddove era attesa una flessione di 2 mila unità.
Segnali negativi anche dal numero di individui inattivi, tra i 15 e i 64: crescono dello 0,2% rispetto al mese precedente, anche se diminuiscono dello 0,5% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività, pari al 36,4%, cresce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali mentre diminuisce di 0,1 punti su base annua.
Dati sul mercato del lavoro sono arrivati anche da Eurostat: ad agosto il tasso di disoccupazione nell’Eurozona era dell’11,5% , stabile rispetto a luglio ma in calo rispetto al 12% di un anno prima. Nella Ue il dato è al 10,1%, il livello più basso da febbraio 2012; a luglio era al 10,2%, un anno prima al 10,8%.
Complessivamente nella Ue c’erano 24,642 milioni di disoccupati, di cui 18,326 milioni nell’Eurozona. Rispetto a luglio i disoccupati sono calati di 134 mila nella Ue e di 137 mila nell’Eurozona; rispetto ad agosto 2013 sono calati di 1,745 milioni nella Ee e di 834 mila nell’Eurozona.
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