Arriva a mercati ormai chiusi la decisione di Standard&Poor’s di tagliare il rating della Grecia, che passa da B a B- con outlook negativo. Il rischio di un ulteriore declassamento, però, è concreto. Secondo gli analisti dell’agenzia “i problemi di liquidità hanno ristretto i tempi entro i quali il nuovo governo può raggiungere un accordo coi creditori su un programma di finanziamento”. A questo vanno sommati i “debiti, la cui maturazione si sta avvicinando” che pesano “sulla flessibilità negoziale”.
Il prolungarsi delle trattative con i creditori, inoltre “potrebbe portare a ulteriori pressioni sulla stabilità finanziaria della Grecia tramite i prelievi agli sportelli”.
L’incertezza generata sui sistemi finanziari dalle posizioni ufficiali del Governo greco e le decisioni delle istituzioni europee si ripercuotono pesantemente sull’economia dell’intero Paese. L’effetto traino sull’economia europea è concreto, tanto che l’Eurogruppo ha deciso di riunirsi in forma straordinaria mercoledì 11 febbraio a Bruxelles proprio per discutere della scadenza del programma internazionale di aiuti ad Atene e la necessità di trovare soluzioni per scongiurare il panico nei mercati in caso si concretizzasse una crisi di liquidità.
Con tutta probabilità, sarà proprio quella la sede della mediazione tra le richieste di Tsipras e le esigenze di Ue e Bce. La sintesi da trovare, viste le posizioni tenute in questi giorni, non sembra essere ovvia anche se da Bruxelles fanno sapere che la disponibilità a trovare una soluzione è ampia, purchè non si tratti di “prestiti ponte”, come ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem all’agenzia Bloomberg.
Il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha ribadito in maniera netta che “non si può semplicemente dire: ‘Non ci atteniamo alle condizioni sottoscritte, ma abbiamo bisogno di soldi’” considerato che le condizioni accordate alla Grecia sono “oltre ogni misura generose. Cosa direbbero gli altri Paesi – ha aggiunto – sottoposti a vincoli molto più stringenti?”
In giornata anche dal ministro delle finanze, Pier Carlo Padoan che ha chiarito come “l’Eurogruppo non è la sede di un conflitto tra una squadra e l’altra ma quella di una ricerca continua di soluzioni condivise”.
“Si tratta – ha aggiunto – di trovare una soluzione che permetta di rimettere la Grecia su un percorso di crescita sostenibile e compatibile con gli impegni finanziari”.
E mentre il titolare di via XX Settembre sostiene le posizioni già assunte dal premier Renzi circa l’opportunità dell’intervento della Bce di non accettare più i bond greci a garanzia dei prestiti, definisce “del tutto fuori luogo” l’ipotesi di uscita di Atene dall’Euro.
Toni meno preoccupati, invece, arrivano dal vice direttore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta secondo il quale sebbene La Grecia non abbia sempre “rispettato gli impegni e, per usare un eufemismo, ci sono dubbi che li rispetti” non significa che non avranno accesso alla liquidità di cui avrà bisogno, che potranno ottenere “tramite l’accesso all’Ela”, l’Emergency liquidity assistance erogata dalla banca nazionale greca.
Ovviamente la situazione di pesante incertezza ha gravato sulle trattative delle borse europee, che hanno risentito anche dei non eclatanti dati della produzione tedesca: Londra chiude a -0,18%, Francoforte a -0,54%, Milano cede lo 0,28%, Parigi lo 0,26%. Atene invece chiude a -1,96%
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