100.000 correntisti, di cui più di settemila italiani, 20.000 società offshore, più di 180 miliardi di euro di liquidità: sono i primi numeri pubblicati da Le Monde nell’inchiesta su una frode fiscale senza precedenti, che sarebbe stata favorita e incoraggiata da una filiale svizzera della banca HSBC.
Basata sul materiale trafugato dall’informatico francese Hervé Falciani, l’inchiesta, ribattezzata “Swissleaks”, è stata condotta dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi in collaborazione con numerose agenzie fiscali nazionali. Le anticipazioni pubblicate in anteprima da Le Monde fanno chiarezza per la prima volta sulla quantità e la proprietà dei fondi, transitati per la filiale HSBC Private Bank di Ginevra tra novembre 2006 e marzo 2007.
A quel periodo fa riferimento la cosiddetta “lista Falciani”: un colossale archivio di informazioni riservate che Falciani, che lavorava per HSBC come informatico, ha sottratto illegalmente e consegnato nel 2008 all’agenzia delle entrate francese.
La lista comprende più di centomila nomi di correntisti di tutto il mondo, tra cui, in compagnia di mercanti di armi, finanziatori di gruppi terroristici e trafficanti di droga, figurano attori come John Malkovich, cantanti come Phil Collins e David Bowie, sportivi, industriali e teste coronate. Della lista fanno parte 7.499 italiani, tra cui il campione motociclistico Valentino Rossi, l’imprenditore Flavio Briatore e lo stilista Valentino, che sostengono di non avere più pendenze aperte con l’erario.
La filiale svizzera del colosso bancario inglese, seconda banca d’investimento al mondo per capitali investiti, avrebbe incoraggiato i suoi clienti a nascondere i loro capitali al riparo di strutture offshore, basate prevalentemente a Panama o nelle Isole Vergini britanniche.
Vanessa Mock, portavoce del Consiglio d’Europa, ha commentato che queste rivelazioni “confermano che il segreto bancario è stato usato per eludere il fisco”. Le autorità svizzere, così come HSBC Private Bank, contestano le cifre dell’inchiesta francese e sostengono che i dati sottratti illegalmente da Falciani non possano essere impiegati in tribunale. Intanto, mentre il primo ministro francese Manuel Valls si è schierato in prima linea contro i paradisi fiscali, la sede centrale di HSBC ha preso le distanze dalla sua filiale di Ginevra, assumendosi la responsabilità delle mancanze nell’applicazione delle procedure di controllo, ma accusando gli svizzeri di non essersi mai conformati del tutto ai regolamenti interni, dai tempi dell’acquisizione avvenuta nel 1999.
Oltre a quelli già pubblicati, il dossier Falciani contiene dati su altri centoventimila conti aperti presso filiali HSBC di tutto il mondo. Di questi, ottomila sono aperti nella filiale di Lugano, frequentata da numerosi italiani. Punire gli evasori nostri connazionali, però, potrebbe essere molto difficile: per poter usare queste informazioni in sede di giudizio, gli inquirenti italiani dovrebbero ricorrere a una rogatoria internazionale e si scontrerebbero contro i limiti della prescrizione.
Filippo M. Ragusa
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