Countdown per Ignazio Marino? E’ presto per dirlo, ma nelle ultime ore la questione Capitale è diventata dirimente per gli equilibri all’interno del Pd e della stessa maggioranza. Ad accelerare il redde rationem per il sindaco sono state indubbiamente le elezioni di domenica, che alla luce dei risultati hanno posto a Renzi una serie di drammatici aut-aut.
Roma, la sua amministrazione e le drammatiche conseguenze di Mafia Capitale cominciano infatti a preoccupare seriamente il governo. Dopo mesi di melina per coprire le gravissime responsabilità dell’inquinatissimo Pd capitolino e quelle del primo cittadino, il presidente del Consiglio ha deciso di uscire allo scoperto e lo ha fatto alla sua maniera, senza mezzi termini: “Se torna Renzi 1 – dice il premier – fossi in Marino non starei tranquillo…”.
Forte, come dicevamo, delle preoccupazioni provocate da una tornata elettorale di amministrative che ha visto il Pd in grosse difficoltà a fronte di una opposizione che ha ritrovato soprattutto identità politica malgrado il pesantissimo astensionismo dalle urne, Renzi sembra deciso a riprendere in mano il partito. Numeri e nuove amministrazioni locali parlano di bocciatura sonora di quello che il presidente del consiglio definisce il Renzi 2. Aldilà delle definizioni restano i problemi e Roma sembra essere finita in cima alla lista delle grane che il leader Pd intende disattivare. E così dopo una difesa di giorni da parte dei Dem, scricchiola la posizione del sindaco Marino.
Con il suo far finta di niente rispetto alle gravi responsabilità per lo stato di sfascio generale in cui versa la città, il primo cittadino ora comincia ad irritare anche chi dovrà prendere decisioni serie per evitare il collasso dell’Urbe e dello stesso Pd cittadino, ormai praticamente allo sbando.
Ad aggravare la posizione del sindaco ieri è arrivata anche l'”autosospensione” dai lavori della consiglio comunale da parte di Alfio Marchini e del suo gruppo, mossa che potrebbe portare presto ad una paralisi generale vista anche la mobilitazione e gli affondi del Movimento Cinque stelle che mobilitando la piazza ha deciso a dare il colpo di grazia alla giunta Marino, dopo la bufera legata alle vicende di Mafia Capitale.
Dunque si fa sempre più probabile la possibilità di un ritorno alle urne per Roma cui certo non giova lo stato di defatigante blocco amministrativo in cui Marino l’ha precipitata. Ora infatti a spingere per un deciso cambiamento di rotta c’è lo stesso governo che, in verità, un primo segnale lo aveva lanciato nei giorni scorsi con la nomina del prefetto Gabrielli al coordinamento del Giubileo, scelta che di fatto ha commissariato il Campidoglio almeno per le scadenze più importanti.
Ma il sindaco con incredibile arroganza sceglie di glissare sulle parole del premier. “Oggi – è la secca replica di Marino a chi gli chiede una replica – ci occupiamo di cultura: dell’Opera di Roma e nel pomeriggio daremo anche un annuncio”. Imbarazzante.
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