Sono i mercati a dare una idea del clima tra Atene e Europa, in una giornata che tuttavia rischia di non essere decisiva per le sorti della Grecia.
Il nuovo piano Tsipras è ancora sotto esame da parte degli altri paesi, ma è plausibile pensare che l’accordo arriverà entro la settimana tanto che si dovrebbe tenere a breve una riunione dell’Eurogruppo proprio allo scopo, secondo quanto confermato dallo stesso presidente Ue Juncker, di valutare i correttivi al pacchetto che il governo Tsipras ha presentato la scorsa notte e definite, dalla ex Troika “una buona base dalla quale ripartire per trovare una soluzione”.
Se, però, i cittadini greci sono timorosi e continuano a prelevare fondi – solo oggi un altro miliardo di euro sono stati ritirati dai conti correnti – le borse del vecchio continente credono in una soluzione positiva al contenzioso tra Atene e i creditori, tanto che i listini hanno chiuso in rialzo nella maggior parte dei casi. E anche se oggi è stato solo il primo tempo di una trattativa che ha la fine del mese come data di scadenza, oltre la quale c’è solo il default, sono stati compiuti passi avanti importanti. Il commissario agli affari economici, Pierre Moscovici, afferma infatti esserci “ancora del lavoro da fare sulle riforme più significative” ma ha confermato la “volontà politica di salvaguardare l’Euro”, concetto ribadito anche dal numero uno dell’Eurotower, Mario Draghi, che è tornato sull’esigenza di “salvaguardare l’irreversibilità dell’unione monetaria”.
Anche Jean Claud Junker, come dicevamo, ha parlato di “progressi compiuti nei giorni scorsi”, ma “ancora non ci siamo”, stesso cauto ottimismo di Angela Merkel che stempera, invece, il duro ministro Schaeuble che ha lamentato di non avere ancora in mano “proposte significative” da parte di Tsipras.
A ritenere “soddisfacenti” le proposte il presidente francese Hollande, stando a quanto riportato dal quotidiano ‘Liberation’. Insomma sembrerebbe, ma il condizionale è assolutamente d’obbligo fino alla fine, considerato che il nuovo piano presentato dalla Grecia, una volta operati i correttivi richiesti dai creditori, potrebbe scongiurare il ritorno alla Dracma e, quindi, al più che probabile collasso del sistema economico ellenico.
Così, se da una parte arriva il niet alla richiesta di aumentare l’Iva sull’energia elettrica, appare probabile, invece, lo stop ai prepensionamenti, l’aumento del contributo di solidarietà per redditi sopra i 30mila euro annui e per le società con utili sopra i 500mila. Ci sarebbe anche condivisione, tra Atene e creditori, sul raggiungimento di un avanzo primario dell’1 per cento.
Per quanto, dunque, ci sia cautela nel guardare con ottimismo l’esito della vicenda, i timidi spiragli verso una posizione positiva vengono letti in maniera convincente dagli investitori. Atene ha chiuso le contrattazioni a +9%, numeri che non venivano registrati dallo scorso febbraio. I bancari, salgono di oltre il 20%. Anche Piazza Affari cresce, tanto da fermare le contrattazioni a +3,41, con un volume di circa 4,6 miliardi di euro. Bene anche Londra (+1,72), Francoforte (+3,81), Zurigo (+1,74). Chiude in pareggio, invece Parigi.
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