Nessun cessato allarme povertà in Italia, nonostante qualche sia pur debole segnale di ripresa economica. L’Istat per il 2014 certifica un milione e 470 mila famiglie (5,7% di quelle residenti) in condizione di povertà assoluta, per un totale di 4 milioni 102 mila persone. Sono le stime diffuse nel report sulla povertà in Italia che provengono dall’indagine sull’indagine sui consumi delle famiglie.
Il fenomeno, per quanto allarmante, non sembra però in crescita. Dopo due anni di aumento, l’incidenza della povertà assoluta in Italia si mantiene infatti sostanzialmente stabile. Sul territorio e’ cosi’ distribuita: 4,2% al Nord, al 4,8% al Centro e all’8,6% nel Mezzogiorno.
Nonostante il calo dal 12,1 al 9,2%, la povertà assoluta rimane quasi doppia nei piccoli comuni del Mezzogiorno rispetto a quella rilevata nelle aree metropolitane della stessa ripartizione (5,8%). Il contrario accade al Nord, dove la povertà assoluta è più elevata nelle aree metropolitane (7,4%) rispetto ai restanti comuni (3,2% tra i grandi, 3,9% tra i piccoli).
Tra le famiglie con stranieri la povertà assoluta è più diffusa che nelle famiglie composte solamente da italiani – prosegue l’Istat nel report – dal 4,3% di queste ultime, in leggero miglioramento rispetto al 5,1% del 2013, al 12,9% per le famiglie miste fino al 23,4% per quelle composte da soli stranieri. Al Nord e al Centro la povertà tra le famiglie di stranieri è di oltre 6 volte superiore a quella delle famiglie di soli italiani, il che significa che il costo della vita e’ notevolmente piu alto a partire dal Lazio e a salire, nel Mezzogiorno è circa tripla.
Dall’indagine dell’istituto di statistica emerge inoltre che l’incidenza di povertà assoluta scende all’aumentare del titolo di studio: se la persona di riferimento è almeno diplomata, l’incidenza (3,2%) è quasi un terzo di quella rilevata per chi ha la licenza elementare (8,4%). Inoltre, la povertà assoluta riguarda in misura marginale le famiglie con a capo imprenditori, liberi professionisti o dirigenti (l’incidenza è inferiore al 2%), si mantiene al di sotto della media tra le famiglie di ritirati dal lavoro (4,4%), sale al 9,7% tra le famiglie di operai per raggiungere il valore massimo tra quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (16,2%).
Come quella assoluta, la povertà relativa risulta stabile e coinvolge, nel 2014, il 10,3% delle famiglie e il 12,9% delle persone residenti, per un totale di 2 milioni 654 mila famiglie e 7 milioni 815 mila persone.
Anche per la povertà relativa si conferma la stabilità, rispetto all’anno precedente, rilevata per la povertà assoluta nelle ripartizioni geografiche e il miglioramento della condizione delle famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione (l’incidenza della povertà relativa passa dal 32,3% al 23,9%) o residenti nei piccoli comuni del Mezzogiorno (dal 25,8% al 23,7%); in quest’ultimo caso il miglioramento si contrappone al leggero peggioramento registrato nei grandi comuni rispetto all’anno precedente (dal 16,3% al 19,8%).
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy