Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan alza di nuovo la posta nelle trattative con la UE. “L’Unione Europea ha bisogno della Turchia più di quanto la Turchia abbia bisogno dell’Unione Europea”, ha detto oggi il capo di Stato.
Nel frattempo il primo ministro di Ankara, Ahmet Davutoglu, ha incontrato a Strasburgo il presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker. Davutoglu è tornato sulla questione dell’abolizione dei visti richiesti ai cittadini turchi per viaggiare nell’area Schengen, una delle misure promesse da Bruxelles in cambio della collaborazione della Turchia nella gestione dei flussi di migranti provenienti dal Medio Oriente.
“Continuo a credere che avremo l’esenzione dai visti a giugno”, ha detto Davutoglu: “Se non sarà così, allora di certo nessuno potrà aspettarsi che la Turchia mantenga i suoi impegni”.
Ma le posizioni di Bruxelles non cambiano: “La liberalizzazione dei visti è una questione di criteri”, ha risposto Juncker, che “non saranno annacquati nel caso della Turchia”. In ogni caso, Ankara “ora deve soddisfare tutte le condizioni restanti in modo tale che la Commissione Ue possa adottare la sua proposta nei prossimi mesi”.
Fra quelle condizioni – anche se Juncker non ne parla, in nome della diplomazia – ci sono i diritti umani, che il governo di Erdogan e Davutoglu non rispetta ancora in modo soddisfacente. Lo sostiene Nils Muiznieks, il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, l’organizzazione che vigila sul loro rispetto negli Stati europei. Il Consiglio d’Europa è indipendente dalla UE, anche se ha sede nello stesso quartiere di Bruxelles delle istituzioni comunitarie. La Turchia ne fa parte dal 1949, come del resto tutti gli altri Stati del continente tranne la Bielorussia.
“Il governo ha il diritto e il dovere di combattere il terrorismo”, ha detto Muiznieks, ma “alzare barricate, scavare trincee e armare bambini è completamente inaccettabile”. Il riferimento è alle misure prese dal governo nella campagna contro i separatisti curdi del PKK. Non mancano i dettagli osservati in prima persona. “A Sur ho visitato un quartiere completamente distrutto, letteralmente raso al suolo”. A fronte di 50 terroristi uccisi, il governatore locale – il rappresentante del governo nella provincia, equivalente al prefetto in Italia – ha riferito di più di ventimila sfollati: “un rapporto di 400 profughi per ogni terrorista”, ha sottolineato il Commissario. Muiznieks ha anche criticato l’uso eccessivo del coprifuoco, imposto a volte anche 24 ore al giorno per intere settimane, e le espropriazioni di massa “di interi quartieri” con la giustificazione della ricostruzione.
Le perplessità di Muiznieks non si fermano ai diritti fondamentali. Il Commissario – che aveva già visitato la Turchia nel 2013 – ha dubbi anche sull’indipendenza della magistratura e sulla libertà di espressione. Sotto accusa i quasi duemila processi per “oltraggio al Presidente” aperti negli ultimi due anni, e la campagna di arresti che ha colpito gli “Accademici per la Pace”, 19 professori arrestati lo scorso gennaio per aver criticato le operazioni militari nel Sudest del Paese.
“Quando il presidente dice che non rispetta e non applicherà un giudizio della Corte Costituzionale, questo ha un impatto corrosivo sul sistema”, riporta Muiznieks. Quanto al giro di vite contro i giornalisti, il Commissario ha definito “emblematico” il caso di Can Dundar ed Erdem Gul, direttore e caporedattore di Cumhuriyet, arrestati alla fine dell’anno scorso e accusati di spionaggio. “Pubblicare informazioni d’interesse pubblico non può in nessun modo essere considerato spionaggio. Se c’è stata una falla nella sicurezza, allora dovrebbero essere indagati i servizi di sicurezza, non devono essere puniti i giornalisti”.
F.M.R.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy