Sotto le macerie della loro casa crollata dopo la scossa magnitudo 4.0 di ieri sera alle ore 21, i due bimbi di 11 e 7 anni componenti della famiglia di sette persone rimasta intrappolata sotto i detriti sono finalmente stati raggiunti dai soccorritori che hanno scavato senza sosta per tutta la notte. I vigili del fuoco hanno tenuto per oltre dieci ore un contatto ravvicinato con i bambini. Sarebbero riusciti anche a rifornirli di bottigliette d’acqua da bere. Il fratellino di 7 mesi, Pasqualino, era già stato estratto vivo e in buone condizioni di salute questa mattina all’alba dai vigili del fuoco che erano riusciti a salvare anche il papà. Per Ciro e Matthias ci è voluto più tempo perché sono stati sepolti sotto le colonne di cemento armato del secondo piano in una palazzina che in origine aveva solo un piano costruito con tavole di legno e travi in ferro. Per questo i soccorritori hanno dovuto creare un varco levando mano pietra per pietra. Proprio Ciro ha dato indicazioni ai vigili del fuoco su come raggiungere sia a lui che Matthias.
Alle ore 10.45 anche Matthias ha finalmente rivisto la luce del sole. Anche Ciro, 11 anni, è stato finalmente estratto dalle macerie. Ore 13.10: un lungo applauso dei vicini di casa ha incoraggiato i vigili del fuoco che lo hanno tirato fuori dopo 16 ore di lavoro ininterrotto sulla palazzina crollata nella serata di ieri a Casamicciola (Napoli).
La scossa con epicentro in mare, davanti all’isola di Ischia, a cinque chilometri di profondità, ha fatto crollare a Casamicciola alcune case, travolgendo diverse famiglie. Due le donne morte: una colpita dai calcinacci di una chiesa, un’altra travolta dalle macerie della sua casa. Due uomini e due donne sono stati invece trovati vivi sotto le macerie.
Ci sono anche 39 feriti accertati, di cui uno grave, mentre gli sfollati sono duemila a Casamicciola e altri 600 a Lacco Ameno. Al momento è escluso per loro l’allestimento di tendopoli perché si confida di far ricorso alle diverse strutture ricettive presenti sull’isola verde. Tanta paura invece tra i tanti turisti in vacanza ad Ischia.
Terminato il salvataggio delle persone ancora imprigionate e seppelliti i morti ci si dovrà domandare quali siano le reali cause che hanno fatto crollare come un castello di carte alcuni edifici dell’isola di fronte il capoluogo partenopeo per un sisma con una magnitudo decisamente contenuta. Sarà il caso di rispolverare le “7.235 domande di condono, solo per il Comune di Ischia, presentate in 30 anni, 4.408 delle quali risultavano ancora da evadere ad aprile dello scorso anno”, come spiega l’ingegner Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA. “Molte di queste si riferiscono ad abusi che non possono essere sanati e che quindi, qualora le istanze fossero esaminate, sfocerebbero in ordinanze di demolizione”. “In Italia – osserva l’esperto – si muore per un terremoto che in altre parti del mondo non desterebbe la minima preoccupazione”. Come accaduto la notte scorsa ad Ischia, colpita dalla speculazione che data la vocazione turistica del luogo ha voluto amplificarne la ricettività alberghiera e non, e la ricezione enogastronomica e ricreativa. Con un aumento smisurato della cementificazione del suolo.
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