Il comandante della Costa Concordia Schettino, è tornato mercoledì sull’isola del Giglio, per salire alle 10.45 di ieri mattina sul relitto, a due anni di distanza dal naufragio. Presenti anche i PM di Grosseto e i giudici del processo. È seguito il sopralluogo al generatore d’emergenza della nave che quella sera non funzionò, voluto fortemente da Francesco Schettino, perché funzionale alla sua difesa incentrata sui presunti guasti e negligenze della compagnia armatrice. La presenza di Schettino sull’isola ha suscitato la reazione degli abitanti e l’attenzione dei numerosi cronisti accorsi per documentare un ritorno inaspettato. Il comandante della Concordia è stato accolto con urla e spintoni. La ressa è stata tale da costringerlo a rifugiarsi in un ristorante, per poi riprendere la strada verso il porto.
Contro Schettino la convinzione che il reale motivo della sua visita sia legato ad una “questione dì immagine“: non sarebbe fondamentale dal punto di vista giudiziario, pittosto potrebbe giovare alla sua difesa. Dalla sua Schettino, convinto che vogliano manomettere le prove, è tornato di persona sul luogo del naufragio, per dimostrare la sua innocenza:”Forse potrò dare indicazione hai miei tecnici, in modo che si verifichi il funzionamento di alcuni supporti che quella notte rimasero muti”. E ancora:”Non sono un debole, voglio la verità”. Il tutto dunque sarebbe funzionale alla sua nuova strategia orientata verso un processo mediatico e definita dal sindaco del Giglio Ortelli:‘’Un fungo mediatico’’. Ma il comandante replica: ‘’Ho sempre mostrato rispetto per tutti, dai giudici a Costa Crociere. Ma al tempo stesso sento ogni giorno più forte la necessità di far sentire la mia voce, senza attaccare nessuno. Non c’è nulla di male in questo, credo di averne diritto».
Arrivato sull’isola da semplice passeggero, Schettino ha affittato una villa per il suo soggiorno e ha cenato tranquillamente in un ristorante proprio vicino alla Concordia, soprassedendo sul fatto che proprio lì, due anni fa, morirono 32 persone. Lui stesso, continua a roibadire di non essere scappato quella notte:”Capisco certe reazioni di freddezza. Ma io non sono scappato. E’ stato come un incidente stradale, capisce? Non è che ti metti in mezzo, stai sul marciapiede e magari telefoni ai soccorritori. Ecco, io coordinavo i lavori di recupero dal molo». Frasi che di certo non sono piaciute e che hanno portato fatto montare l’insofferenza degli isolani.
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