Non ha dubbi Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse, che raggruppa 379 tra banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali. In una intervista a La Repubblica Gatti sostiene la posizione del vice Dg di Bankitalia, Fabio Panetta e rilancia: “basta con l’austerity o per il credito si creerà il deserto”.
“Nelle congiunture lunghe e profonde come quella italiana – spiega – il credit crunch normativo è il peggio che si possa avere”.
Si stanno compiendo dei “passi avanti”: “negli ultimi cinque anni a Bruxelles Ignazio Visco ha sempre parlato con lo stesso ministro delle finanze tedesche e con cinque ministri italiani diversi”. “La costanza dell’azione di governo – aggiunge – rafforza la credibilità con cui sostengono le proprie tesi”.
La speranza è che il governo proceda in questa direzione, magari con una iniziativa “compatibile con le regole di Bruxelles e di finanza pubblica per estrarre le sofferenze delle banche”. Sofferenze che per le Bcc federate hanno un rapporto del 13,7% contro il 15,5% delle altre banche “e sulle micro imprese artigiane siamo al 9,6% contro il 15,6% del sistema”. Questo a certificare come la banca di territorio “resta un valore, malgrado il regolatore non sempre sembra tenerne conto”.
Da tenere in considerazione, in ogni caso, anche gli effetti del Quantitative Easing lanciato dalla Bce. Lo stesso Panetta ha spiegato come gli effetti già si sentono, con un calo dei “tassi sul debito pubblico e piu’ lentamente quelli praticati a clienti e imprese” che Bankitalia stima di poter quantificare “sulla crescita nel 2015″.
Gli acquisti della Bce “favoriranno le riforme: sappiamo bene che nel breve termine le riforme possono avere effetti non positivi, dunque se c’è un adeguato sostegno alla congiuntura diventa tutto piu’ agevole”.
Il piano di palazzo Koch è quello di acquistare “più di 120 miliardi di titoli pubblici italiani, aumentando così il bilancio di via Nazionale del 30%. Non abbiamo ancora definito se terremo i titoli fino a scadenza. Faremo comunque gli accantonamenti per i rischi di mercato”.
Poi la stoccata agli istituti di credito, che potrebbero essere “l’ anello debole”: “Non si può pensare di risolvere i problemi aumentando in modo continuo, indiscriminato ed eccessivo i requisiti di capitale, frenando ancora l’offerta di credito”. Visto che “l’Unione bancaria è nata per costruire un sistema solido” Panetta ritiene necessario ”trovare il giusto punto d’ equilibrio fra stabilità e impulso all’economia”.
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