Le nuove tecnologie anche in fondo al mare, ovvero un tablet con il quale esplorare i relitti sommersi. Ma anche solo immergersi virtualmente ed apprezzare le profondità marine grazie all’equivalente della Google Map. Proprio come in un videogioco.
Sono i nuovi strumenti per perlustrare i fondali degli oceani, frutto di una tecnologia italiana. Entrambi sono nati dal progetto Visas (Valorizzazione Integrata del Siti Archeologici Sommersi), coordinato da Fabio Bruno, dell’università della Calabria, con la collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e delle start-up 3D Research, Application e Enviroconsult.
Le nuove tecnologie sono state verificate in due siti archeologici: nell’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto, in Calabria, sul relitto di una nave imperiale romana e nell’Area Marina Protetta delle Egadi, dove si trova il relitto di un’altra nave romana carica di anfore. La sperimentazione ha dimostrato che i due sistemi migliorano la fruizione dei siti archeologici sommersi sia da parte dei sub ma anche per chi è a casa, che può fare una immersione virtuale dal suo pc. Quest’ultima è possibile grazie al modello tridimensionale del fondale marino, ottenuto elaborando centinaia di foto subacquee e grazie a un software che, spiega Fabio Bruno: “Simula l’immersione, partendo dalla superficie del mare e guidando l’utente nell’esplorazione di tutte le aree del sito”.
Grazie alle tecniche di computer grafica, mutuate dal mondo dei videogiochi, lo scenario spiega ancora il cooordinatore del progetto Visas, è stato arricchito “degli effetti grafici necessari per simulare le ombre, le particelle in sospensione, la torbidità, i movimenti della flora e della fauna”.
Il tablet subacqueo nasce invece dall’esigenza di fornire ai sub uno strumento che permetta di osservare una mappa del fondale, conoscere la propria posizione sulla mappa e di ricevere informazioni su ciò che si osserva: in pratica l’equivalente di Google Maps ma studiato per le visite dei siti archeologici sommersi. La sfida è stata dover sviluppare un sistema di posizionamento efficace sott’acqua e i ricercatori ci sono riusciti sfruttando le onde acustiche che si propagano benissimo in acqua. I sistemi di posizionamento terrestre, come il Gps, infatti non funzionano nell’ambiente subacqueo perché il segnale proveniente dai satelliti viene attenuato dall’acqua.
Il pacchetto integrato di servizi, contemplato nel progetto Visas, ha un obiettivo specifico: promuovere il turismo subacqueo migliorando l’esperienza dei sommozzatori nel sito marino e dall’altro promuovere l’attività turistica indotta attraverso lo sviluppo di un innovativo tour esperienziale virtuale del sito.
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