Cosa non si farebbe per avere più visibilità e riscuotere maggior successo? Domani, 8 marzo, Festa della donna, esce nelle sale cinematografiche italiane “La luce sugli oceani“, film diretto e sceneggiato da Derek Cianfrance, che racconta la vita di un australiano reduce dalla Prima guerra mondiale.
Fin qui niente di particolare, neanche se ci si domanda come mai a cento anni dalla fine della Grande Guerra questo filone non sia stato abbandonato. Niente di strano neanche se il posto sperduto dell’Australia, dove Tom Sherbourne, stoico veterano di guerra ossessionato dai ricordi delle battaglie e dalla morte di oltre 60 mila connazionali, sceglie di trascorrere il resto della sua esistenza, sia il faro di un’isola sperduta. Vi farà da guardiano in solitudine, fino all’incontro con una giovane donna in lutto per aver perso due fratelli nel conflitto.
La trama poi arricchisce di altre vicissitudini, ma non è quel che la Eagle Picture ha deciso di mettere in risalto per promuovere la nuova pellicola.
Protagonista maschile è l’attore Micheal Fassbeneden, splendido quarantenne, tedesco di nascita ma irlandese di origini, approdato al cinema non più di 10 anni fa, già premiato alla 68° Mostra del cinema di Venezia nel 2011.
In tenuta da ‘guardiano del faro’, a torso nudo e pettorali in evidenza, circondato da cespugli di mimose Fassbenden viene ‘offerto’ dalla società di distribuzione italiana della sua ultima fatica cinematografica per festeggiare la storica Giornata internazionale dedicata alla donna, che tutti gli anni dal 1922 per l’Italia, ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche femminili, sia le discriminazioni e le violenze cui sono state oggetto e sono ancora, in tutte le parti del mondo, le rappresentanti del gentil sesso.
«Chi non vorrebbe trascorrere la festa della donna con uno come lui? L’8 marzo correte al cinema, Michael Fassbender vi aspetta con il suo nuovo film, #LaLuceSugliOceani».
Il post è chiaro, ma la pubblicità lanciata da Eagle Picture per l’8 marzo su Facebook non raccoglie consensi. Anzi, rischia di fare l’effetto di un boomerang.
«Ma chi è quel “genio” a cui è saltato in mente di postare un’immagine simile, che tra l’altro non c’entra nulla con la trama del film?», chiede nei commenti Federico. In realtà il film che è l’adattamento cinematografico del romanzo di debutto di M.L. Stedman La luce sugli oceani, pubblicato nel 2012, che ha riscosso un enorme successo internazionale per il suo racconto tanto bello quanto straziante su una coppia chiamata a fare i conti con un destino avverso e con la realizzazione dei loro combattuti sogni tra la durezza della realtà e le conseguenze di difficili scelte. Amore, dilemmi morali e scelte impossibili che si fondono ne La luce sugli oceani per dare corpo a questioni (moderne) su cosa è giusto e cosa è sbagliato, sugli effetti della guerra e della pace, sulle meraviglie dei rapporti umani e sui pericoli dei segreti, nulla hanno a che fare con lo scoop per lanciare il film in una giornata tutta al femminile.
Non è un caso che la dualità della storia si rifletta anche nella località in cui è ambientata: Janus Rock, un’isola chiamata così in onore del dio bifronte romano Giano. Come Giano, i personaggi di Tom e Isabel si muovono costantemente tra due poli: tra un passato tormentato dalla distruzione della guerra e un futuro che immaginano insieme; tra il nascondersi dalle tenebre del mondo e l’inseguire lo sfarfallio della luce; tra il fare ciò che al momento sembra giusto e il vedere cosa è giusto veramente.
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