Nel secondo turno delle elezioni dipartimentali francesi, la coalizione di centrodestra guidata dall’ex Presidente Nicolas Sarkozy si è imposta conquistando 67 dipartimenti su 101.
È stata netta la sconfitta del centrosinistra, che è sceso da 61 a 34 dipartimenti.
Deve ridimensionare le esultanze anche l’estrema destra. I candidati del Front National di Marine Le Pen hanno perso tutti i ballottaggi, e il partito non ha ottenuto l’obiettivo che si era posto alla vigilia delle elezioni, cioè il controllo di almeno un dipartimento.
Ma quella del FN è comunque un’affermazione, seppur parziale: lo testimonia il balzo in avanti da uno a cento consiglieri fra tutti i dipartimenti, su un totale di circa quattromila, frutto del 25% ottenuto al primo turno, che ne fa il singolo partito più votato di Francia.
“I francesi hanno bocciato in massa la politica di Francois Hollande e del suo governo”. Così Sarkozy, da poco tornato alla testa dell’UMP dopo tre anni di processi e scandali, ha commentato la vittoria.
Quella che l’elettorato ha riservato alla gauche è stata una sconfessione “totale e senza appello”, ha affermato l’ex Presidente.
“Mai una maggioranza aveva perso tanti dipartimenti. Mai un potere in carica aveva suscitato tanta sfiducia. E mai, nella Quinta repubblica, la destra aveva raggiunto un risultato del genere”.
Ora, alla luce di questo risultato, il centrodestra può pensare in grande in vista delle presidenziali in programma nel 2017, e il suo leader è autorizzato a pensare di poter rimettere piede all’Eliseo.
“Questa sera la destra repubblicana ha conquistato una vittoria incontestabile”. Sono le prime parole con cui il Primo Ministro francese, Manuel Valls, che aveva condotto in prima persona la campagna elettorale per la sinistra, ha riconosciuto la sconfitta.
“La sinistra, troppo dispersa, troppo divisa al primo turno, è in netto regresso”.
Valls, comunque, ha lodato il ruolo svolto dalla coalizione rivale nel contenere l’avanzata della destra estrema.
La gauche ha poco altro di cui andare soddisfatta: ha perso 28 dipartimenti, fra cui Essonne e Corrèze, considerati i feudi personali di Valls e Hollande. Uno solo, la Lozère, ha compiuto il passaggio inverso.
Filippo Maria Ragusa
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