Di proroga in proroga – l’ultima è stata decisa dal premier Draghi a luglio, con il Paese ancora nel pieno della compagnia vaccinale – ci stiamo avvicinando all’ultima scadenza: l’Italia in stato d’emergenza dal 31 gennaio 2020 a causa del coronavirus, dovrebbe chiudere il periodo più faticoso del dopoguerra al 31 dicembre prossimo.
Da giorni però la curva dei contagi è in risalita e, guardando anche a quello che sta accadendo in diversi Paesi europei, non mancano le preoccupazioni a acusa delle quali il governo starebbe pensando ad una proroga di ulteriori 3 mesi delle misure di emergenza.
Per legge la durata dello stato d’emergenza non può superare i dodici mesi ed è prorogabile per non più di ulteriori dodici mesi. Per questo non sarebbe possibile estenderlo oltre gennaio 2022 senza un passaggio parlamentare. Una delle ipotesi è quella di inserire una norma nel decreto milleproroghe di fine anno. Ma potrebbe esserci anche un decreto legge che confermi di fatto alcune misure in vigore, dalle mascherine al distanziamento, dai protocolli sul lavoro allo smartworking, fino all’obbligo del green pass. Un nodo da sciogliere, anche questo, indipendentemente dalla proroga che, secondo quanto chiarito dal ministro della Salute Roberto Speranza, di fronte a una risalita dei contagi, il governo non si esiterà a rinnovare: «Sono scelte che abbiamo deciso di fare nella fase immediatamente precedente alla scadenza. Ci baseremo sull’evidenza scientifica, se sarà necessario ancora avere l’impianto legislativo e di intervento dello stato di emergenza, lo decideremo nei giorni precedenti alla scadenza e non avremo alcun timore a prorogarlo».
Esaminando i quasi due anni di stato di emergenza e tutte le misure imposte dal governo senza passare dal Parlamento a causa della pandemia da Covid 19 – lockdown duro, mascherine, guanti e chiusure, riaperture e poi di nuovo chiusure -: ma fino a quando, appunto, è legale?
“Il decreto legislativo del 2008, al numero 1, è l’unico che parla di come ci si deve comportare con lo stato di emergenza. All’articolo 24, comma 3, si legge: “La durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi”. I conti sono subito fatti: lo stato di emergenza non può durare più di 24 mesi. Il che significa che non potrà essere prorogato oltre il 31 gennaio 2022.
Prima del Covid (e dopo la guerra), lo stato di emergenza era stato decretato per intervenire su situazioni territoriali devastate da alluvioni o terremoti o da gravi disastri, come il crollo del ponte Morandi di Genova. Gli eventi che lo determinano vengono classificati in tre categorie:
la categoria A i cui interventi vengono gestiti a livello comunale;
la categoria B che coinvolge Province e Regioni;
la categoria C che comporta una direzione degli interventi a livello nazionale.
Il caso della pandemia da Covid rientra, ovviamente, in quest’ultima categoria.
Che cosa può succedere, dunque, da qui ai prossimi mesi, cioè fino alla fine di gennaio 2022? Può succedere che il Governo ricorra ad ulteriori Dpcm. Più probabile, comunque, che Mario Draghi, a differenza del suo predecessore Giuseppe Conte, continui a prediligere i decreti legge che hanno efficacia immediata ma devono passare, comunque, dal Parlamento.
Lo stato di emergenza mantiene, inoltre, vive le competenze del commissario straordinario per il Covid e del Comitato tecnico scientifico, così come le disposizioni che riguardano l’eventuale decisione sulla didattica a distanza, dello smart working, il divieto di licenziamenti, le quarantene per chi viene trovato positivo (o certe volte anche falso positivo) e per chi rientra dall’estero, ecc.
Che cosa succederà, invece, con l’avvicinarsi della fatidica data del 31 gennaio 2022? Il citato decreto legislativo dice in astratto al comma 6: “Alla scadenza dello stato di emergenza, le amministrazioni e gli enti ordinariamente competenti, subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi, nei procedimenti giurisdizionali pendenti”. Significa che Regioni e Comuni riprendono appieno i propri poteri «commissariati» dal Governo nei territori di spettanza. Ma Draghi potrebbe tirarla ancora in là? Sarebbe lecito prorogare ancora lo stato di emergenza?
Dipende da quale emergenza si parli. Basterebbe dire che oggi non c’è più una minaccia nazionale del coronavirus così come l’abbiamo conosciuto agli inizi del 2020 ma che c’è il serio rischio epidemiologico nazionale della variante Delta, Lambda o Ypsilon del Covid in grado di creare una nuova pandemia. Il che consentirebbe al Governo di ricominciare daccapo la conta del 24 mesi. Con tutto ciò che ne consegue”. (fonte: Adnkronos.com)
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