E’ stata un vendetta contro la Francia. L’attacco terroristico in Bukina Faso, rivendicato da Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi), è costato la vita a 29 persone di 18 nazionalità diverse, mentre oltre 150 sono state liberate. E’ cominciato venerdì sera con l’assalto armato all’hotel Splendid, frequentato soprattutto da stranieri, uomini d’affari e personale dell’Onu, e il caffè-ristorante Cappuccino di Ouagadougou, di proprietà di un italiano, punto di riferimento per i visitatori italiani e occidentali nella capitale del Paese africano. Si è concluso la mattina successiva, dopo un lungo assedio delle forze speciali affiancate da militari francesi arrivati dal vicino Mali. Una “vendetta contro la Francia e i miscredenti occidentali”, come ha scritto Aqmi nel messaggio di rivendicazione inviato all’agenzia di stampa mauritana al Akbar. L’organizzazione ha precisato che l’attacco – condotto con modalità molto simili due mesi fa nella capitale del Mali, Bamako, quando un commando islamista prese d’assalto l’Hotel Radisson Blu, anche quello frequentato soprattutto da occidentali – è stato portato a termine da uomini che appartengono ad al- Murabitoun, gruppo che opera nel deserto del Sahara e che è guidato dal jihadista algerino considerato uno dei principali capi di Aqmi, Mokhtar Belmokhtar. Un assalto «scritto dagli eroi dell’Islam con il sangue», un attacco «contro gli adoratori della Croce, gli occupanti delle nostre terre, i saccheggiatori delle nostre ricchezze e coloro che violentano la nostra sicurezza», per «punire gli adoratori della Croce per i crimini commessi in Repubblica Centrafricana, in Mali e nelle altre terre dei musulmani e per vendicare il nostro Profeta».
Tra i 27 motri, anche otto canadesi, uno statunitense, due cittadini svizzeri e due francesi, il piccolo Michele, 9 anni, figlio del proprietario del Caffé preso d’assalto, morto insieme alla mamma di origine ucraina. Gaetano Santomenna, italo-libanese, aveva rilevato nel 2012 il locale che aveva chiamato “Cappuccino”. Era un ristorante «all’europea», con tanto di panetteria annessa. Quella tragica sera non si trovava nemmeno in città: «Era in Niger per lavoro», dice un suo conoscente libanese, anche lui proprietario di ristorante a Ouagadougou. «Adesso rientra e non ha più nessuno. La moglie, il figlio, la cognata. Tutti morti. Una vita distrutta, non ci sono parole».
A Ouagadougou, luogo dell’ennesimo massacro, c’è la base delle forze speciali francesi attive nell’operazione Barkhane, lanciata da Parigi per contrastare il terrorismo in tutta la regione del Sahel.
Il blitz nel cuore della notte ha potuto liberare 126 ostaggi prigionieri nel hotel Splendid e 30 persone rimaste intrappolate nel caffé dove è morto il piccolo Michele. mentre i 33 feriti che sono stati trasferiti in ospedale. Tra i primi liberati, alle prime ore dell’alba, c’era anche il ministro della Funzione Pubblica, Clement Sawadopo, che poco dopo si è presentato puntuale alla riunione straordinaria del Consiglio dei ministri convocato sull’emergenza.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy