Questo refendum sa’ da fare e si farà con il quesito deciso dal Governo. Il giudice civile di Milano ha respinto i due ricorsi presentati dall’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida e da un pool di legali. Lo ha reso noto il presidente del tribunale Roberto Bichi.
Entrambi i ricorsi poggiavano sull’incostuzionalità di un testo che in unico quesito chiede l’opinione dei cittadini su temi così diversi ed eterogenei “tra di loro non connessi o comunque collegati solo in via generica o indiretta, e che riflettono scelte altrettanto distinte, neppure tra loro sempre coerenti”. In questo modo, si leggeva nell’ordinanza depositata dai detrattori del quesito, veniva violata “in modo grave ed evidente la libertà del voto del singolo elettore“, “arrecando radicale pregiudizio allo stesso principio democratico proprio in occasione dell’esercizio diretto della sovranità popolare al suo livello più alto: cioè nella ridefinizione delle regole del patto costituzionale”.
Ma la giudice Dorigo ha respinto tali accuse poggiando sull’eccezione di legittimità costituzionale della legge del ’70 istitutiva del referendum laddove non prevede l’obbligo di ‘spacchettamento’ del quesito quando ci sono più temi.
La “natura oppositiva del referendum costituzionale” verrebbe “a mancare – ha affermato Dorigo – e ad essere irrimediabilmente snaturata laddove si ammettesse la parcelizzazione dei quesiti”. Per il giudice quindi, “il referendum nazionale non potrà che riguardare la deliberazione parlamentare nella sua interezza”.
“Oggi 10 novembre 2016 la giudice dottoressa Loretta Dorigo ha depositato le ordinanze con cui sono stati decisi i ricorsi concernenti la richiesta di provvedimenti cautelari riguardanti lo svolgimento del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre 2016” ha continuato Bichi nella nota.
Quelli respinti oggi sono solo gli ultimi di una lunga lista di ricorsi presentati da soggetti diversi contro il quesito del referendum del 4 dicembre, molti dei quali promossi dal Movimento Cinque Stelle.
In questi giorni lo stesso Onida è stato al centro di un polemica nata sul web per via di un video circolato su più piattoforme, in cui il popolo di internet ha visto un segnale ambiguo tra la ministra delle riforme Maria Elena Boschi e la presentatrice di Otto e mezzo Lilli Gruber. Nel corso della trasmissione infatti, in cui erano presenti sia la Boschi che Onida, mentre quest’ultimo spiegava i motivi del suo “no” al referendum, sembra che la ministra faccia alla Gruber un gesto con la mano per interrompere l’intervento del costituzionalista e subito dopo, la conduttrice interviene ponendo fine al discorso.
P.M.
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