L’uomo che “fece per viltade il gran rifiuto” (III Canto del primo libro dell’Inferno di Dante), oppure un “Papa che finalmente crede in Dio” (Ignazio Silone, ne “L’avventura di un povero cristiano”) ?
A distanza di secoli tra “il Sommo Poeta” e Silone, che dedica la sua ultima opera letteraria a Celestino V, quel Pietro Angeleri divenuto fra’ Pietro da Morrone, eletto Papa dopo 65 anni di solitudine col nome di Celestino V e infine elevato agli onori degli altari come San Pietro del Morrone, fa ancora parlare di sé.
Già all’età di 4 anni il piccolo Pietro, figlio di contadini poveri ma onesti e profondamente religiosi e penultimo di 12 figli, dichiarò il suo amore a Cristo. Si racconta che nacque avvolto interamente nella placenta, e questo nell’antichità era un segno di fortuna e di spiritualità. Oggi diremmo che era nato con la camicia.
La sua vita, quella di un pellegrino che scelse come meta del suo viaggio il Cielo. Quella profezia di Gioacchino da Fiore che lo vede protagonista di una nuova Chiesa, una Chiesa povera e piena di Spirito. Quella croce con la ‘S’ attorcigliata che Celestino usava come simbolo per la sua fraternità, stava ad indicare proprio questo, la guida e l’ascolto continuo dello Spirito perno della vita celestiniana. Una S che suggerisce anche silenzio, rispetto per quei luoghi che Celestino sceglieva per sé e i suoi compagni con particolare cura e attenzione. Gli eremi da lui selezionati sono tutti accomunati da percorsi tortuosi per essere raggiunti. Un taumaturgo che la gente cercava incessantemente per le sue guarigioni.
La vita da eremita, scelta per abbandonare le comodità e le distrazioni del mondo, hanno fatto di quest’uomo un soldato di Dio, che con la sua umiltà ha smascherato i giochi di potere rendendo ridicoli i loro preziosi orpelli, ma rimanendo vittima delle stesse manovre. Un pellegrino che nel suo viaggio si è ritrovato ad essere prima Papa poi prigioniero, per il quale ancora oggi, a distanza di secoli, cerchiamo la verità sulla sua vita, sulle sue scelte. Tante le profezie su di lui, ancora di più le storie e le aspettative degli studiosi che si interrogano su quel rifiuto.
E se invece di rifiuto parlassimo di rinuncia? Parola, questa, che riporta la nostra memoria al 2013, quando anche Benedetto XVI, “ben consapevole della gravità di questo atto, ma con piena libertà”, dichiarò di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma per il bene della Chiesa. La sua fu una decisione molto sofferta ma ponderata a lungo, un atto che da uno suo stretto collaboratore fu definito “eroico”.
Negli ultimi anni abbiamo avuto una bella infilata di santi, di servitori della Chiesa con quella qualità che dovrebbe essere un pre-requisito per ogni aspirante al soglio di Pietro: l’umiltà. Fu Giovanni Paolo II a chiedere scusa per gli errori del passato (lo sterminio degli ebrei, ad esempio); poi c’è stato Papa Ratzinger che riconoscendo i suoi impedimenti di salute come ostacolo nel servizio alla Chiesa universale ha rinunciato. Oggi con il gesuita Francesco, che ha posto la povertà come cardine del suo pontificato, c’è una Chiesa nuova che parla le lingue di tutti, così come nella profezia di Gioacchino da Fiore. Una Chiesa guidata dallo Spirito.
Alla luce della storia più recente diventa allora doveroso rileggere quella che relegò Celestino V tra gli ignavi descritti da Dante: non la rinuncia di un eremita, eletto Papa ad 85 anni di età, che rifiuto i giochi politici che volevano travolgere la Chiesa. Ma un grande gesto di coraggio e fedeltà, la fedeltà che è propria degli innamorati di Dio. E, per quell’Amore Pietro l’Eremita, Pontefice per soli 5 mesi, ha dato ogni cosa, anche la sua memoria.
Cira Viggiano
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy