Una finale di coppa che non si giocherà mai, quella tra la Chapecoense e l’Atletico Nacional di Medellin. L’aereo che portava la squadra di calcio brasiliana di serie A Chapecoense è infatti precipitato a mezzanotte di ieri mentre sorvolava la Colombia. Le vittime sarebbero 76 sulle 81 persone (72 passeggeri e nove membri dell’equipaggio) che viaggiavano sull’apparecchio.
I superstiti sono 6, secondo quanto riferito dai media. A salvarsi almeno quattro calciatori: oltre al difensore Alan Ruschel e ai portieri Danilo e Follmann sarebbe ferito ma vivo anche il difensore Neto, afferma il sito UOL. Secondo la fonte, gli altri due superstiti sono il giornalista Rafael Henzel e la commissaria di bordo Ximena Suarez. Tra le vittime, invece, c’è anche Filipe Machado che ha vestito la maglia della Salernitana nella stagione 2009/2010 in Serie B, collezionando sette presenze. Machado, che aveva 32 anni ha giocato in Spagna, Bulgaria, Azerbaigian ed Emirati Arabi Uniti prima di tornare in Brasile. Si è invece salvato, perché non era stato convocato per la finale di Copa Sudamericana, Claudio Winck, una fugace apparizione nel campionato italiano lo scorso anno, nelle fila del Verona (con un gol all’attiva in coppa Italia). Attraverso il suo profilo Instagram Winck ha espresso la sua vicinanza ai compagni di squadra vittime della tragedia postando una squadra con il logo del club e il messaggio “Preghiamo tutti. Che Dio vi benedica”.
Il volo era partito dall’aeroporto internazionale di San Paolo, in Brasile, aveva fatto scalo in Bolivia ed era diretto all’aeroporto internazionale di Medellin, dove la Chapecoense avrebbe dovuto giocare mercoledì la finale della Coppa Sudamericana contro l’Atletico Nacional di Medellin.
I piloti del British Aerospace 146, gestito dalla compagnia charter boliviana Lamia, avevano segnalato problemi all’impianto elettrico ma la scarsa visibilità non ha consentito agli elicotteri di soccorso di avvicinarsi. L’apparecchio è così schiantato in una zona montagnosa alle porte di Medellin poco prima della mezzanotte (ora locale).
“E’ una tragedia di proporzioni enormi”, ha detto a Radio Caracol il sindaco di La Ceja, la città più vicino al luogo dello schianto, una zona di montagna a sud di Medellin. Purtroppo, a causa delle avverse condizioni atmosferiche, le Autorità del Dipartimento di Antioquia hanno interrotto le ricerche dei superstiti.
L’Addio al ‘grande Torino’: la tragedia di Superga. Non è la prima volta che un disastro aereo coinvolge una squadra di atleti, non solo di calcio, causando un lutto nell’intero mondo sportivo: dal 1948 ce ne sono stati 13, compresa quello che avvenuto a Brema nel 1966, costato la vita a 46 persone e a 8 membri della squadra nazionale italiana di nuoto. Ma forse, quello che ancora oggi è rimasto più impresso nei ricordi degli italiani, anche i non appassionati di calcio, è la Tragedia di Superga del 1949, quando il FIAT G.212 che portava l’intera squadra del cosiddetto Grande Torino di Valentino Mazzola (5 titoli nazioni consecutivi, una coppa Italia e parte integrante della Nazionale), si andò a schiantare contro il terrapieno posteriore della Basilica di Superga, sulle colline torinesi, distruggendo vite umane e sogni di gloria.
Intanto la Conmebol, la Federazione del calcio sudamericano ha annullato “tutte le attività” e il suo presidente, Alejandro Dominguez, è partito per Medellin.
P.M.
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