Fino al 4 Novembre, il grande cinema torna a essere protagonista nella sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, in una sfida che guarda prima di tutto al pubblico appassionato di una città che ama e coltiva la settima arte. Il cinema che, secondo il grande Kurosawa, racchiude in sé molte altre arti: ha caratteristiche proprie della letteratura, connotati tipici del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura e alla musica. Un cinema che mai come in questa edizione, nell’anno delle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia, racconda il come siamo, il come eravamo e, in nuce, il dove andremo. Ma che non dimentica l’industria, quel mercato ben rappresentato da The Business Street.
Cinema come grande realtà per la Capitale, con 300.000 persone che lavorano in questo settore e strutture cinematografiche – da Cinecittà, alla Rai a Mediaset – che sono all’altezza di una produzione internazionale. Secondo lo studio della Fondazione Rosselli l’indotto economico generato dal Festival sul territorio romano è pari a 220 milioni di Euro. Il “mercato” interno quest’anno ha dato ragione alla nostra produzione cinematografica raggiungendo una quota nei primi sei mesi del 2011 superiore al 40% (la più alta al mondo). Ma i successi interni da soli non garantiscono lo sviluppo. Né in Italia né nel resto del mondo. L’export ne è un elemento essenziale e investire nella promozione e creare nuove occasioni di scambio è una priorità strategica. Ed è compito della politica creare le condizioni perché questo sia possibile.
Roma, che dal 2006 ospita un Festival che grazie alla notorietà della città ospitante, all’importanza dei nomi coinvolti nel progetto e all’elevato valore del primo premio del concorso è riuscito a mantenere alta l’attenzione mediatica, con importanti anteprime e la presenza di celebri star internazionali, è del resto una città dalla bellezza e dal fascino straordinario, che il cinema e i registi di fama internazionale stanno rivisitando con grande attenzione: il regista newyorchese Woody Allen, ad esempio, ha dato il via questa estate alle riprese di The Bop Decameron in via del Corso, rendendo un gradito omaggio alla città e ai romani.
Quella del cinema, se non la prima (il primato va all’edilizia), è sicuramente la seconda industria della Capitale e non si può che riconoscerne quindi l’importanza. E proprio il Festival di Roma ha avuto il merito di fare rinascere il concetto di “mercato cinematografico”, un mercato importante che in Italia mancava da anni. Alla stregua di altre nazioni e di Festival come Cannes, Berlino, Toronto e Rotterdam, Roma ha avuto assegnato un posto nel quale si possono riversare tutte le energie che si sono create in questi anni, un luogo di incontro tra produttori e registi, che comprano e vendono prodotti in concomitanza di una vetrina artistica internazionale come un Festival cinematografico. Poiché Roma è la Capitale del cinema merita anche di essere la grande capitale del mercato cinematografico ed ha anche voluto che il Festival non fosse un evento ristretto ma che tutta la città partecipasse, coinvolgendo la Casa del Cinema, del Jazz, il Maxxi, il Teatro di cintura Elsa Morante, perché Roma, nella sua totalità, è appunto la città del cinema. Venezia, al quale va il mio augurio di tutto il bene possibile, è un Festival di arte cinematografica e rimarrà tale; Roma sarà il grande Festival dell’industria cinematografica, del cinema che cresce consolidando un fatturato e producendo un indotto economico che fa lavorare le persone. Un Festival cinematografico in cui la parola “industria”, intesa come “motore economico” possa essere utilizzata accanto alla parola Festival, non volendo certo rinunciare a un evento che sia un fatto culturale, un portato di quello stile, di quella visionarietà che apparteneva ai grandi registi italiani del passato e che sta rifiorendo al presente. Ma poiché stiamo vivendo una crisi pesante non possiamo rinunciare all’idea di creare un vero mercato, secondo una logica produttiva che alimenti concretamente la speranza degli attori, delle maestranze, dei registi, dei produttori, di tutti gli artisti della settima arte, in modo che l’Italia torni a essere il terzo mercato cinematografico mondiale, come era un tempo, e tutti ricomincino a lavorare.
Scelgonews omaggia il Festival Internazionale del Cinema di Roma con articoli e speciali interviste che potrete leggere all’interno della sezione cinema: https://www.scelgonews.it/Cultura/cinema/
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