L’occupazione nelle imprese italiane è diminuita nel 2010 dell’1,4 per cento, un calo “in linea” con i programmi formulati all’inizio dell’anno. A confermarlo, oggi (27 luglio), sono i dati contenuti nel Supplemento al bollettino statistico dedicato ai risultati dell’indagine sulle imprese industriali e dei servizi per il 2010 di Bankitalia. Il calo è stato più forte nell’industria (2,2 per cento) rispetto ai servizi (0,6 per cento) e, seppure attenuato, proseguirebbe nell’industria anche nel corso di tutto il 2011 (-1 per cento nelle previsioni).
Per le imprese industriali con 50 addetti e oltre, viene inoltre segnalato dai risultati dell’indagine, il numero di ore di Cassa integrazione guadagni nel 2010 è diminuito rispetto all’anno precedente dal 9,2 per cento al 6,1 per cento delle ore effettivamente lavorate, restando su valori storicamente elevati. Il fatturato in termini reali è invece aumentato dell’1,1 per cento. Alla crescita delle imprese del settore industriale (+3,5 per cento), in particolare quelle più orientate all’esportazione, si è contrapposta la flessione del settore terziario (-1,1 per cento). E’ aumentata rispetto al 2009 la quota di imprese in utile (dal 53 al 57,8 per cento) ed è al contempo diminuita quella delle imprese in perdita (dal 30,5 al 25,5 per cento). Gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 3,5 per cento nel 2010 (0,7 per cento nell’industria, 6,8 per cento nei servizi). Il modesto incremento dell’industria – sottolinea Via Nazionale – è in larga misura attribuibile alle imprese fortemente orientate all’esportazione e a quelle di piccole dimensioni. I programmi per il 2011 prefigurano una lieve flessione degli investimenti (-0,9 per cento). La maggioranza delle imprese segnala un aumento dell’autofinanziamento (per la prima volta dopo due anni). E’ risultato in lieve aumento il ricorso all’indebitamento bancario. Prevalgono, infine, i giudizi delle imprese di deterioramento delle condizioni di indebitamento tra la prima e la seconda metà del 2010 (il 19 per cento delle imprese segnala un peggioramento, contro il 7,7 per cento che segnala un miglioramento). La sfiducia, comunque, non viene meno, almeno nel settore manifatturiero. Lo rileva l’Istat secondo cui l’indice destagionalizzato della fiducia scende a 98,5 da 100,5 del mese di giugno. Si tratta del livello minimo da giugno 2010. Male anche il settore costruzioni dove l’indice arriva a 74,4 da 80,5 di maggio. Per il manifatturiero, i giudizi sugli ordini “peggiorano”, quelli sul livello delle scorte di magazzino rimangono stabili e “calano leggermente” le attese di produzione. Per le aziende di costruzione, “peggiorano” sia i giudizi sugli ordini e/o sui piani di costruzione, sia le attese sull’occupazione.
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