Cristina Kirchner Vs i "fondi avvoltoio"
L’Argentina e’ in default per la seconda volta in 13 anni. Nessun accordo con gli hedge fund e’ stato raggiunto e la scadenza per il pagamento dei titolari di bond che hanno accettato il concambio, prevista per le 6 ora italiana, è stata superata infruttuosamente. ”L’Argentina ha scelto il default. Il mediatore ha proposto numerose soluzioni creative ma l’Argentina ha rifiutato di considerarle” afferma Elliot Management, l’hedge fund che insieme ad altri fondi ha fatto causa all’Argentina e l’ha vinta. Buenos Aires, pero’, nega il default, che si ha quando non si paga: l’Argentina ha pagato ma i fondi – afferma il ministro dell’Economia, Axel Kicillof – sono stati bloccati e punta l’indice sul giudice Usa, Thomas Griesa che avrebbe deciso senza esorbitando dalla propria giurisdizione.
Il ministro dell’Economia argentino, Axel Kicilloff
Kicillof ha anche ribadito che non si puo’ parlare di default perche’ default vuol dire non pagare. Kicillof attacca le agenzie di rating, definite ”non credibili”. Standard & Poor’s, invero, gia’ prima della rottura delle trattative, aveva tagliato la propria valutazione su Buenos Aires a ‘selective default’ da ‘CCC-‘. Kicillof rassicura gli argentini: ‘‘State calmi, domani e’ un altro giorno e il mondo continua a girare. La vita va avanti anche senza un accordo sul debito”. Buenos Aires – spiega Kicillof – ”non puo’ rispettare” la sentenza americana: gli hedge fund ”hanno cercato di imporci qualcosa di illegale”, ”hanno respinto la nostra proposta”. Il ministro dell’Economia, poi, attacca i fondi speculativi: ”vogliono di piu’ e lo vogliono subito“, ”non possiamo firmare accordi sotto estorsione”.
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Di tutt’altro avviso Daniel Pollack, il mediatore incaricato di facilitare un accordo fra Buenos Aires e gli hedge fund, che , in un comunicato dai toni piuttosto diretti, ha così valutato la vicenda: “Nessun accordo e’ stato raggiunto e un default dell’Argentina e’ imminente”. ”Default non e’ una mera condizione tecnica – mette in evidenza Pollack -, e’ un evento reale e doloroso che avra’ un impatto sulla gente normale: i cittadini argentini, i titolari di bond che hanno aderito al concambio (che non riceveranno il pagamento degli interessi) e gli hedge fund (che non riceveranno il pagamento che la Corte aveva garantito). Le conseguenze del default non sono prevedibili ma di certo non sono positive”.
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A nulla è servito anche l’interessamento delle banche argentine che, parallelamente alle trattative tra Buenos Aires e i fondi, avevano tentato di trovare un accordo con gli hedge fund per acquistare i bond e rimborsare i fondi: Sebastian Palla, il responsabile dell’investment banking di Banco Macro, è, infatti, tornato in Argentina a mani vuote e senza altri appuntamenti in programma.
In sostanza, quand’anche non si trattasse ancora di default in senso tecnico, il baratro è ad un passo.
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