Raramente in passato i ballottaggi per le amministrative hanno tanto catalizzato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica come questi ultimi. Il motivo, secondo alcuni analisti, è semplice: ciò che sta accadendo a Milano e a Napoli, dopo il voto di Torino e di Bologna, e mentre Genova vive le tensioni determinate dalla crisi economica, riguarda tutto il Paese e influirà sul futuro politico dell’Italia. Del resto è proprio dalla lettura quotidiana delle principali testate che si evince tutto questo con una ragionevole certezza. “Berlusconi all’attacco in tv” è il titolo di qualche giorno fa di apertura del Corriere. Non è una novità, si potrebbe obiettare. Ma alcune affermazioni del premier a Porta a Porta hanno meritato l’attenzione del quotidiano di via Solferino.
In sommario infatti: «Chi vota a sinistra senza cervello». E critica i candidati Pdl. Due le interviste annunciate in prima, in perfetta par condicio: “Massimo Moratti: Giuliano incarna la voglia di nuovo”, e “Vittorio Sgarbi: adesso sto con Letizia e dico che può vincere”, entrambe a pagina 9. In prima l’editoriale di Piero Ostellino: “Una metropoli due borghesie”. Scrive Ostellino: “Non sarà la costruzione di una moschea ad alterare il profilo sociale di Milano. Saranno gli interessi organizzati – i «poteri forti» – che fanno capo alla borghesia detta «progressista» ovvero a quella detta «moderata» , a seconda che vinca Pisapia o la Moratti. Le due borghesie non contano molto ai fini del risultato elettorale. Contano parecchio «dopo» , quando si tratta di governare le risorse cittadine. Marx chiamava i governi delle democrazie liberali il «Comitato esecutivo della borghesia» . Sarà tale Comitato – sulla base degli interessi dei suoi componenti – a disegnare il profilo di Milano. Chiunque vinca, i due pallidi candidati sono stati – per dirla ancora con Marx – la «falsa coscienza» di tali interessi. Gli interessi – che da noi sono chiamati con pudico sociologismo «blocco sociale» – non sono una cosa sporca. Ma non devono essere occulti, bensì palesarsi. Il cittadino ha il diritto di sapere cosa guadagnerebbe o cosa perderebbe – più o meno tasse, più o meno servizi pubblici, più o meno mercato, più o meno verde, più o meno smog, più o meno traffico, marciapiedi e strade più o meno puliti, eccetera – a seconda che voti per l’uno o per l’altro dei candidati”. Così anche su “Repubblica” si evince che la sfida è decisiva. “Senza cervello chi vota a sinistra” apre il quotidiano con il “Berlusconi show” a Porta a Porta (si è perfino paragonato a Leonardo da Vinci) e all’interno si dedica ai ballottaggi. Perfino Cesare Romiti, intervistato da Alberto Statera, riferendosi all’ipotesi che Milano diventi Zingaropoli dice: «ma non mi faccia ridere. Non credo proprio». La situazione attuale, secondo l’ex presidente Fiat, segnala che la borghesia si sta svegliando («hanno dormito per un bel po’ di tempo. Se adesso si sono svegliati e tornano in campo è un buon segno»). Più che focalizzarsi sul disagio popolare, Repubblica racconta, a pagina 9, gli interessi in ballo. Che nulla hanno a che fare con rom, islamici, gay e immigrati, ma con i 70 miliardi dell’edilizia: «la lobby del cemento lombarda è sul piede di guerra. Il suo alleato di ferro, Letizia Moratti, barcolla. E con lei rischia di andare in fumo l’affare del secolo: il Piano di Governo del Territorio». Che Pisapia e Stefano Boeri intendono modificare. Su Napoli, non manca l’intervento di Saviano: “Il destino di Napoli”. «Il governo trema. Vede crescere un’onda che attraverso l’intero Paese e si manifesta in molteplici espressioni, ma con un evidente punto comune. È un’onda che dice: il nostro Paese ci riguarda». Quanto al capoluogo campano, c’è il rischio che Nicola Cosentino ne diventi «il satrapo». Lo stesso naturalmente vale anche per i giornali vicini al Pdl. Il Giornale? Apre a tutta pagina col titolone “Pisapia ora ha paura”. Gabriele Villa spiega che “Pisapia ora teme di perdere”. “Chi vota per la sinistra è senza cervello” è il titolo dell’articolo di Emanuela Fontana in cui c’è un premier che parla a ruota libera e a 360 gradi. Si parte dagli alleati «con Bossi c’è un’amicizia assoluta. Mi vuole bene, io ne voglio a lui: lasceremo insieme», sul caso interviste «Agcom ha preso una decisione folle. Non credo pagherete le multe. La Par condicio è una norma liberticida» e anche spazio all’ultimo caso politico «il decentramento dei ministeri non è scandaloso. Sui giornali un caso inesistente». Stefano Filippi invece sottolinea come “I cattolici liberali in campo per la Moratti”. Per l’estrema sinistra su tutti non si può che citare il Manifesto con la foto di Berlusconi nell’ultimo show a Porta a Porta e con il titolo “Bunker bunker”. Nessun lancio in prima, invece, per “Il sole 24 ore”. Al quotidiano di Confindustria, è chiaro, si attende l’esito del voto prima di esprimere un giudizio. E’ proprio vero: queste amministrative saranno determinanti.
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