Dichiarato lo stato d’insolvenza di Banca Marche, una dei quattro istituti di credito (insieme a Etruria, Chieti e Ferrara) “salvati” dal decreto del governo lo scorso novembre a danno dei risparmiatori, che invece hanno perso tutto. Solo per Banca Marche si tratta di un default di circa un miliardo di euro.
Ai Quattromila azionisti e titolari di obbligazioni che hanno visto i loro investimenti andare letteralmente in fumo, la banca risponde con la dichiarazione di fallimento, in altre parole: non possiamo ridarvi i soldi, perchè non li abbiamo più neanche noi. Codacons ha già annunciato che si costituirà parte civile e non si esclude la contestazione della bancarotta fraudolenta.
È opportuno ricordare che il ritratto dell’azionista che si è ritrovato con un pugno di mosche in mano non è propriamente quello dell’investitore ad alto rischio: in teoria, i detentori di titoli subordinati si accollano i rischi maggiori in vista di guadagni maggiori; in questo caso però, chi aveva comprato le obligazioni riceveva un rendimento più o meno pari a quelle “ordinarie” o a basso rischio. Da qui a capire che qualcuno, come minimo, ha consigliato male, il passo è breve. Resta da capire come e perchè i vari istituti bancari abbiano avallato in maniera sistematica una procedura che, di fatto, danneggiava i propri clienti.
A chiedere lo stato d’insolvenza erano stati la Procura di Ancora e il Commissario liquidatore di Banca Marche spa Bruno Inzitari. Ad opporsi alla sentenza del Tribunale fallimentare, le Fondazioni Cassa di Risparmio di Jesi e Cassa di Risparmio di Pesaro.
Al momento l’inchiesta della Procura sulla vicenda Banca Marche coinvolge 36 indagati tra cui ex direttore generale Massimo Bianconi e gli ex presidenti Lauro Costa e Michele Ambrosini. Le accuse vanno dall’ostacolo alla vigilanza all’associazione a delinquere, passando per appropriazione indebita, falso in bilancio e corruzione tra privati.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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