Parla Catricalà, presidente dell’Authority: Italia ferma. Crescono le polizze, cala la concorrenza.
Mercati chiusi e un Paese immobilizzato “dagli interessi particolari”. Un Paese dove banche, assicurazioni e lobby di professionisti dettano legge, mettendo a rischio una vitalità economica “già compromessa”.
E’ l’Italia come l’ha descritta questa mattina il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà nella relazione annuale dell’Autorità davanti al Parlamento. Nell’unico momento in cui l’Authority – “che non ha competenze dirette su prezzi e tariffe” – può far sentire la sua voce, il suo presidente ha denunciato a gran voce l’immobilismo degli ultimi anni: “Le liberalizzazioni” ha detto Catricalà “sono scivolate via dalla priorità dell’agenda politica e il processo riformatore si è interrotto”. Non sono bastati gli interventi dell’Antitrust di questi ultimi quattro anni – “che hanno generato oltre un miliardo di risparmi” – né le richieste di intervento avanzate presso il legislatore e puntualmente “ignorate”: nel settore Rc Auto si sono registrati aumenti fino al 25 per cento per le automobili e del 35 per i motocicli, con un’ulteriore sperequazione a danno dei cittadini del Sud che “si trovano a dover corrispondere premi nettamente maggiori rispetto a tutti gli altri, fino al 20 per cento”. Una situazione dalla quale si può uscire, ormai, solo “con una riforma di sistema che rilanci la competizione tra le imprese” ha detto Catricalà, dato che “il meccanismo dell’indennizzo diretto non ha funzionato” e le compagnie continuano “a riversare sui clienti il costo dell’inefficienza”. Un problema tutto italiano – visto che “nella zona euro i rincari sono contenuti” – e che va affrontato al più presto per “recuperare il tempo perduto”. Introdurre assetti di mercato realmente competitivi non è più un’opzione, ha concluso Catricalà, ma una “priorità”: solo un mercato competitivo, infatti, “potrà agevolare la ripresa della crescita”. Senza concorrenza sono a rischio non solo i risparmi degli italiani, ma la stessa “vitalità del sistema economico”.
Tommaso Vesentinni
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