Mentre a Calais prosegue lo sgombero della “Giungla” – alla fine della prima giornata i migranti trasferiti altrove sono già oltre settecento, su un totale di oltre seimila – gli abitanti di Gorino, una frazione di Goro sul delta del Po, in provincia di Ferrara, sono scesi in strada a protestare per tutta la notte contro l’arrivo di 20 richiedenti asilo: dodici donne, di cui una incinta, e otto bambini.
Dopo ore di trattative poco costruttive, le autorità hanno deciso di trasferire le 12 donne nei dintorni, a Comacchio, Fiscaglia e Ferrara. E stamattina il prefetto Michele Tortora ha firmato la capitolazione: “L’ipotesi di ospitare dei profughi a Gorino non è più in agenda”.
“Ha prevalso la tranquillità dell’ordine pubblico”, spiega Tortora: “Non potevamo certo manganellare le persone”. Per il prefetto il dietrofront “certo non è una vittoria” dello Stato. Il rappresentante del governo a Ferrara non ha voluto confermare né smentire che la decisione di dirottare i migranti sia stata presa di concerto con il Viminale.
Questo fenomeno o si gestisce insieme con buonsenso oppure non si gestisce. Il mio primo pensiero dopo quello che è successo va alle 12 donne oggetto di contestazione. Non oso pensare a quello che hanno passato nella traversata del Mediterraneo, al viaggio in pullman fino a Bologna e poi fino a Gorino e posso immaginare cosa possono aver provato quando si sono trovate davanti quelle barricate. È stato un episodio tristissimo. Mi avrebbe fatto piacere che i cittadini di Gorino avessero visto di cosa si trattava, se avessero avuto cognizione dei termini del problema forse le cose sarebbero andare diversamente.
I migranti avrebbero dovuto alloggiare nell’ostello Amore-Natura, motivo per cui il prefetto aveva deciso di requisire cinque stanze della struttura. Ma quando è arrivato nel paesino, il pullman ha trovato la strada sbarrata da barricate erette con bancali di legno e barili provenienti dal porto.
Le autorità hanno provato a trattare, ma i manifestanti sono stati irremovibili, mentre il pullman con le migranti rimaneva in attesa di nuovi ordini a Bosco Mesola. Sulle barricate sono arrivati il comandante provinciale dei Carabinieri Andrea Desideri e il vicequestore aggiunto Pietro Scroccarello, poi raggiunti dal sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, che è anche presidente della Provincia, come prevede il nuovo ordinamento degli enti locali.
Nonostante tutto, i manifestanti hanno iniziato a liberare le strade solo intorno alla mezzanotte, cioè quando le loro domande sono state accolte. Stamattina resta in piedi una sola barriera, sulla strada provinciale per Goro, dove i manifestanti fanno passare solo le auto. Ma la protesta continua: i pescatori di Gorino hanno annunciato che stamattina non prenderanno il largo e non manderanno i figli a scuola.
La decisione del prefetto era stata presa ieri mattina. “Tenuto conto della saturazione delle strutture già funzionanti”, recitava l’annuncio, si era deciso di ospitare a Gorino 11 donne, alle quali si sarebbero dovute aggiungere a breve altre sette persone. Ma la notizia è trapelata prima del previsto: la Prefettura intendeva renderla pubblica solo un’ora prima dell’arrivo del primo pullman. Invece, i contrari hanno iniziato a preparare la protesta fin dal primo pomeriggio.
“Credo si debbano vergognare quelle persone che hanno impedito la sistemazione di donne e bambini”, ha commentato il prefetto Mario Morcone, che dirige il dipartimento Immigrazione del ministero dell’Interno. “È un amaro ricordo che quei cittadini si porteranno appresso a lungo”.
“Mi vergogno”, ha detto a la Nuova Ferrara il sindaco Tagliani. “Se in un momento come questo un comune come quello di Goro, che ha ricevuto molto dalle istituzioni, non accoglie dodici donne straniere, bisogna che si rifletta sul significato di collaborazione istituzionale”. La protesta di Gorino è “esagerata”, continua Tagliani: “voglio pensare che sia stata fomentata dalla politica”.
La vicenda “non fa onore al nostro paese” anche secondo il ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Quel che è accaduto non è lo specchio dell’Italia”.
Secondo le testimonianze raccolte dal quotidiano l’Estense, gli abitanti di Gorino erano preoccupati perché l’ostello Amore-Natura ospita l’unico bar rimasto aperto in paese ed è un punto di ritrovo per tutta la cittadinanza. Filippo Rubini, il gestore della struttura, ha detto al quotidiano la Nuova Ferrara di essere stato contattato dalla Prefettura una settimana fa, ma di non aver dato la disponibilità a ospitare i profughi. Eppure, giorni dopo, le autorità si sono di nuovo fatte vive per i sopralluoghi e poi lo hanno avvertito dell’arrivo del pullman. “Hanno detto solo bugie”, conclude Rubini.
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