“E’ giunto il momento di stravolgere il nostro status quo”. Beppe Grillo torna a far sentire la sua voce con la proposta di un “reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi, che vada oltre questa emergenza”, rilanciata con un post sul suo blog.
“Le restrizioni agli spostamenti, al commercio e alla vita di tutti i giorni avranno gravi ripercussioni sui mercati delle imprese e sul benessere delle persone. Ci sono interi settori che subiranno le conseguenze di questa crisi fino alla fine dell’anno, forse alcune filiere non si riprenderanno mai o non torneranno più come prima. Potrebbe esserci un rapidissimo cambio del mercato del lavoro. Abbiamo sempre detto che circa il 50% dei posti di lavoro negli anni sarebbero scomparsi per l’automazione e i cambiamenti tecnologici. Quei cambiamenti adesso sono avvenuti non in anni, ma in un solo mese. Con un colpo di tosse”, osserva il garante M5S.
L’ ipotesi di ‘reddito di emergenza’ è chiesta a gran voce da Leu e dal M5S. Lascia invece scettici Italia Viva e Forza Italia.
“La via d’uscita da questa crisi non può essere come quella del 2008, quando si è preferito salvare le banche a discapito del popolo. E’ arrivato il momento di mettere l’uomo al centro e non più il mercato del lavoro. Per fare ciò si deve garantire a tutti i cittadini lo stesso livello di partenza: un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi”. Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo. “C’è già chi nel mondo si sta attivando, dagli Stati Uniti, con la paladina del Green New Deal Alexandria Ocasio-Cortez che chiede esplicitamente al Governo Usa un Universal Basic Income; al Regno Unito, dove viene rilanciata la proposta del reddito di base, così come altri stati annunciano misure di soccorso (India, Nuova Zelanda, Hong Kong, Sud Corea…)”, spiega Grillo. “Le fonti principali di finanziamento potrebbero essere varie. Si può andare dalla tassazione delle grandi fortune, dei grandi colossi digitali e tecnologici (Mark Zuckerberg, Bill Gates e Elon Musk sono sempre stati a favore del reddito universale), magari quelle a più alto tasso di automazione; o rivedere le imposte sui redditi da capitale e sulla proprietà intellettuale. Oppure le cosiddette “ecotasse”, come il Climate Incame, Reddito dal Clima, con una tassa sui combustibili fossili come carbone, petrolio e gas; o come avviene in Alaska dal 1982 con l’Alaska Permanent Fund: un dividendo del rendimento economico di un capitale pubblico, che attinge dalle compagnie fossili. Ogni anno, una parte delle entrate derivanti dal petrolio statale è messa in un fondo. Il governo piuttosto che spendere quel denaro, lo restituisce ai cittadini residenti, bambini compresi, attraverso un dividendo annuale”, aggiunge il fondatore del M5S. “Come ripeto ormai da anni le soluzioni ci sono, sta a noi la scelta di sederci intorno ad un tavolo per riconvertire la qualità della nostra vita e creare un sistema che formi persone, non lavoratori. La prima guerra mondiale portò milioni di donne nelle fabbriche e diede il via all’emancipazione delle donne, il Piano Marshall rilanciò l’economia e il benessere del dopo guerra. L’emergenza che stiamo vivendo potrebbe favorire una svolta epocale, rivoluzionaria, che da molti superficialmente è stata sempre considerata folle, e che potrebbe cambiare in meglio il nostro futuro”, conclude.
E un reddito lo chiede anche Leu, ma per fronteggiare l’emergenza Coronavirus: “E’ sotto gli occhi di tutti la necessità di mettere in campo al più presto uno strumento universale di sostegno al reddito. Nella fase straordinaria che stiamo vivendo non si può fare a meno di un reddito di emergenza per non lasciare indietro nessuno in questa crisi senza precedenti. Integrandosi con gli strumenti esistenti, il reddito di emergenza – temporalmente definito – deve dare una risposta a una domanda diffusa di protezione che proviene dai soggetti più deboli e fragili della nostra società”. Lo afferma il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro.
Un paio di giorni fa anche il premier Conte aveva parlato di ‘reddito di emergenza’: “Sicuramente sono allo studio un ventaglio di proposte. Siamo di fronte a un’emergenza sanitaria che si è tramutata un attimo dopo in emergenza economica” aveva detto Conte, rispondendo a una domanda sulla proposta del M5S di un reddito di emergenza. “Non ci può essere una soluzione, ma un ventaglio di risposte vigorose”, aggiunge.
Il ministro Gualtieri sul ‘reddito di emergenza’ aveva detto che si potevano considerare tali i 600 euro il cui stanziamento è stato deciso dal governo: ‘Stiamo lavorando per rendere fruibile il prima possibile” gli indennizzi e “dal 1 aprile con un click si potrà fare domanda e saranno erogati i 600 euro, che vogliamo rafforzare e allargare. Non è tanto il momento di riformare strumenti ordinari ma di far fronte a una situazione straordinaria” aveva detto il ministro Roberto Gualtieri in conferenza stampa a Palazzo Chigi, rispondendo a una domanda sull’ipotesi di Reddito di emergenza. Il bonus sarà reso “più rapido, più efficace e più universale per chi non usufruisce di una fonte di reddito”.
Il sottosegretario all’Economia Baretta aveva ipotizzato tale forma di reddito come pagamento delle bollette: Il governo sta lavorando sul cosiddetto reddito di emergenza, ma la cifra ipotizzata dei 600 euro è in realtà “ancora da definire”. Lo spiega Pierpaolo Baretta, sottosegretario all’Economia, a Radio Capital, sottolineando che la nuova forma di sostegno “riguarderà tutti quelli senza reddito e senza ammortizzatori, e potrebbe arrivare come erogazione di denaro oppure sotto forma di pagamento di bollette o affitti per un sostegno immediato”.
La necessità di un ‘reddito di emergenza’ e non solo a livello nazionale era stata sostenuta nei giorni scorsi anche dal M5S attraverso il ministro Patuanelli e il capo politico Vito Crimi: “Oggi certamente un reddito di emergenza è necessario proprio per evitare di vedere quelle scene dei supermercati”, dice il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, intervistato da RaiNews. “Allargare la platea” rispetto al reddito di cittadinanza “è un “obiettivo giusto”, del M5s e del Governo, dice. Ma si può guardare anche all’Europa: farlo “a livello europeo è una necessità in questo momento”. “Chi fino a ieri voleva abolire il Reddito di cittadinanza, oggi vuole estenderlo. Dunque avevamo ragione: se 2,5 milioni di persone resistono, è grazie alla misura voluta dal Movimento 5 stelle. Ora lavoriamo insieme a uno strumento analogo per chi è senza reddito: un Reddito di emergenza”. Lo propone su Twitter il capo politico del M5s Vito Crimi.
La contrarietà di Renzi e di FI: “Il disegno di Beppe Grillo è chiaro: decrescita felice e reddito di cittadinanza. Il senso delle mie interviste di questi giorni è l’opposto: servono crescita e lavoro. Ecco perchè bisogna pensare subito a come riaprire ad aprile. Adesso ci stiamo giocando il futuro. Adesso!”. Lo scrive su twitter il leader di Italia Viva Matteo Renzi. “Beppe Grillo non fa ridere da tempo, figuriamoci in un momento come questo. Rispolverare l’allure del finto profeta dalle idee assurde nel momento più drammatico per il Paese dà la misura di chi sia il fondatore del M5S”. Lo dichiara il deputato di FI Francesco Paolo Sisto. “La proposta di Grillo è talmente irricevibile che non vale neanche la pena di commentarla. Solo un avviso, per il comico genovese: è finita un’era. Il Coronavirus , facendo pagare al nostro Paese un prezzo altissimo, ha messo a nudo tutta la pochezza del ‘Governo della incompetenza’, fortemente voluto proprio da lui. Grillo, che ha sempre fatto del futuro un tratto della sua vuota retorica, capisca che le sue assurdità sono già passato, e passato remoto”, conclude.
A differenza di molte delle politiche sociali attuali, determinate dal nucleo familiare, il reddito di base è un intervento di tipo individuale, che non subisce variazioni in riferimento al proprio status familiare.
Il reddito di base è versato a tutti i destinatari indipendentemente dalla propria condizione economica. Si tratta dunque di una misura che è esente dall’onere di prova sui propri mezzi di sostentamento (means-test free). Questa caratteristica renderebbe minimi, se non inesistenti, i costi di gestione. Versato a tutti, esso sarebbe anche l’unico reddito a non essere tassabile, mentre ogni altra risorsa economica verrebbe tassata, rendendo così possibile il recupero dello stesso reddito dai soggetti più agiati che l’hanno ricevuto.
Essendo il requisito della cittadinanza (oppure della residenza da un certo periodo) l’unica condizione personale richiesta per essere titolati a ricevere il reddito di base, la mancata accettazione di una proposta di lavoro, quando offerta, non è da considerarsi ragione sufficiente per decadere dal beneficio. Inoltre, trattandosi di un intervento monetario incondizionato, non esistono, in capo ai riceventi, vincoli nell’utilizzo delle risorse economiche concesse.
Nella storia la prima proposta di una politica monetaria universale e incondizionata molto simile a quella del reddito di base viene indicata da alcune fonti nel libello del 1795 La Giustizia Agraria del rivoluzionario, politico, filosofo illuminista e studioso britannico Thomas Paine. considerato uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America. Per risolvere il problema della povertà dilagante in Francia, Paine proponeva la creazione di una tassa di accesso alla proprietà fondiaria con la quale costituire un fondo poi equamente ripartito tra tutti i cittadini nel seguente modo: una somma abbastanza consistente al compimento della maggiore età seguita da un pagamento annuo dai 50 anni in su[6]. L’autore sostenne la causa contro l’ingiusto equilibrio tra cittadini e proprietari terrieri dell’epoca, pensando che il governo dovesse creare un reddito di base.