Per il presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, è tempo di rinnovamento. Dopo aver intonato l’inno ‘patriottico’ dei partigiani, ospitati per la prima volta a Montecitorio, per festeggiare i 70 anni dalla liberazione dell’Italia dall’esercito tedesco, la terza carica dello Stato ha pensato di cancellare qualche pagina dai libri di storia. Su sollecitazione di un anziano partigiano che le avrebbe chiesto di “ripulire le strade dal fascismo e abbattere la colonna del Foro Italico“, a Roma, si è subito fatta parte diligente suggerendo che «è ormai il momento di togliere almeno la scritta» Dux dal monumento intitolato a Mussolini.
La notizia, diffusa subito da un’agenzia di stampa, non poteva che innescare la spirale delle polemiche. A partire dal sondaggio lancuato online dal quotidiano Il Messaggero, che alla domanda: “Sei favorevole o contrario alla rimozione dellas scritta ‘Dux? dall’obelisco del Foro italico’ ha raccolto ben il 73% di no.
Perfino il commissario Pd Roma e presidente nazionale dl partito Matteo Orfini si è dichiarato contrario a rimuovere la scritta:
«Io la lascerei lì». «Noi siamo un Paese antifascista i principi della lotta antifascista sono scritti nella nostra Costituzione. Non abbiamo bisogno di cancellare la nostra memoria, seppur a tratti drammatica». «Credo- ha concluso – che la damnatio memoriae sia un elemento di debolezza e non di forza da parte di chi la esercita».
«Bene Orfini», anzi «mejo de Fini» per il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario de La Destra Francesco Storace: «Il presidente del Pd ha dato una lezione alla Boldrini, a cui dà fastidio la storia nazionale. La presidente della Camera scoprirà prima o poi l’Istituto della Previdenza Sociale, fondato nel 1933, e proporrà di abolire direttamente le pensioni…» ha scritto il segretario nazionale de La Destra in un tweet.
Di questo passo, per eliminare dalla Capitale l’impronta del fascismo dovremmo secondo il collega di partito del sindaco Ignazio Marino, Stefano Pedica, «radere al suolo tutto il quartiere dell’Eur». E anche ciò non basterebbe, perché di fascismo, dal punto di vista architettonico e artistico, a Roma parlano tante piazze, tante scuole, interi quartieri.
Sarebbe invece il caso, come chiede il vicecapogruppo di Forza Italia in Campidolio, Dario Rossin, provvedere a frenare «l’assurdo oscurantismo storico della presidente della Camera Boldrini » che è «quanto di più deprecabile si potrebbe aspettare dalla terza carica dello Stato». Un oscurantismo che porta alla memoria le recenti stragi di reperti storici preziosissimi operate dalla furia di miliziani dell’Isis, a Ninive, Mosul e in tutto i siti dell’antica Mesopotamia ove è sorta la civiltà.
Ormai poco importa: la macchina delle contestazioni delle tante persone sagge, consapevoli che le pagine di storia, anche le più buie, non si cancellano a colpi di integralismo, si è ormai messa in moto. Peccato solo che tra le crociate di Laura Boldrini, sia mancata del tutto quella riguardante lo sterminio degli armeni: un argomento sul quale non ha sentito il dovere di spendere nemmeno una parola.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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