Il ddl sulla riforma della scuola approvato dal Consiglio dei ministri, ora attende l’ok di Camera e Senato. Su questo fondamentale strumento che nelle intenzioni del governo dovrebbe rivoluzionare il mondo della scuola e più in generale la cultura italiana, emerge la decisa volontà di cambiamento da parte dell’esecutivo.
Cosa prevede la riforma? Intanto 100.000 assunzioni per l’anno 2015-2016. Poteri. Crescono quelli dei presidi che attraverso gli albi territoriali, saranno in grado di scegliere autonomamente il corpo docente della propria scuola; l’organico potenziato potrà poi porre fine alle “classi pollaio”, inoltre ogni professore avrà a disposizione un voucher di 500 euro per le attività culturali. Confermati gli scatti di stipendio per anzianità, ma si stanzia una spesa complessiva di 200 milioni per i bonus di merito destinati ai docenti. Contrariamente ai tagli della riforma Gelmini, la “Buona scuola” aumenta le ore di arte e musica. Potenziato l’insegnamento dell’inglese con il metodo Clil.
Molti i cambiamenti previsti per gli istituti professionali. Pronte 400 ore per il triennio dei tecnici e 200 per i licei. Questo per favorire l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro. Per gli iscritti alle paritarie, confermate le detrazioni fiscali fino alle scuole medie; inoltre, il cittadino che deciderà di effettuare delle donazioni alle scuole per l’ampliamento o l’aggiunta di edifici, al momento della dichiarazione dei redditi potrà avere un beneficio fiscale, con un credito d’imposta al 65%.
Il rinnovamento della scuola sarà a 360 gradi, dall’architettura all’inserimento delle nuove tecnologie informatiche: su tutti questi interventi sarà chiamato a vigilare l’Osservatorio per l’edilizia scolastica. Il punto nodale sembra essere da una parte il fattore tempo e dall’altra le rimostranze di studenti e sindacati. Il ministro Giannini si dichiara sicuro che il Parlamento farà “presto e bene” e lascia intendere che è intenzione del governo chiudere la questione della riforma della scuola in tempi brevi. Dello stesso avviso non sembrano essere i numerosi studenti scesi in piazza ieri, i quali hanno chiesto “il superamento dello strapotere dei ‘presidi-manager-sindaci’ con una vera riforma degli organi collegiali e della democrazia scolastica”. Sollecitatata dalle organizzazioni studentesche anche “l’approvazione e il finanziamento della legge nazionale sul diritto allo studio e la riforma dei cicli”.
I sindacati da parte loro contestano la riduzione del numero dei precari, inizialmente stabilito dallo stesso governo in 150.000 unità, e la loro stabilizzazione in tempi brevi.
Priscilla Muro
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