E’ sempre più bufera sul calcio italiano. La novità, in attesa degli altri interrogatori, tra i quali quelli di Signori ed Erodiani, arriva proprio da Napoli, che ha deciso di indagare su tre partite del Napoli, due del campionato 2009-2010 (il famigerato Napoli-Parma e Sampdoria-Napoli), e Lecce-Napoli dello scorso campionato. Intanto Christian Vieri, citato da uno degli indagati per Inter-Lecce, dichiara «la propria totale estraneità alla vicenda». Levata di scudi nella capitale dopo la diffusione di un’intercettazione nella quale Erodiani e Pirani parlano del «capitano della giallorossa» in vista di Fiorentina-Roma, citando Daniele Corvia.
La procura di Napoli ha affidato alla squadra mobile l’incarico di acquisire i filmati di tre partite del campionato di serie A appena concluso e di quello precedente. L’attenzione si concentra – oltre che su Napoli-Parma del 10 aprile 2010, concluso 2-3 con la vittoria in rimonta degli emiliani e già al centro dell’attenzione per la presenza a bordo campo del boss Lo Russo – anche su Lecce-Napoli dell’8 maggio scorso, finita 2-1, e su Sampdoria-Napoli 1-0, ultima partita del campionato 2009-2010. L’attenzione del pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo sarebbe stata attirata da dichiarazioni di persone orbitanti nel mondo delle scommesse. I magistrati procedono per l’ipotesi di reato di frode sportiva.
Il presidente Aurelio De Laurentiis era stato durissimo al termine della gara con il Lecce persa per 2-1. «Sembrava – disse l’8 maggio – che la squadra fosse scesa in campo per una scampagnata. I giocatori non sono degni di indossare questa maglia e di rappresentare i colori del Napoli». Quel ko arrivò in una fase negativa del campionato azzurro, con tre sconfitte in quattro gare e in quel momento il terzo posto ancora in bilico. Il Napoli subì il gol decisivo all’89’ con un sinistro da fuori area di Chevanton. «La gara è stata decisa da un gol all’ultimo minuto, è vero – commentò il presidente – ma è stata una prestazione che mi ha reso molto triste. Oggi abbiamo dimostrato di non essere un gruppo coeso, capace di concentrarsi nei momenti decisivi.. È vero che il terzo posto finale poteva starci, ma una sconfitta del genere, rimediata così, pesa». Nel mirino di De Laurentiis anche Cavani. «Non bisogna farsi espellere e commettere leggerezze del genere (espulsione di Cavani e giallo a Mascara: entrambi avrebbero poi saltato la gara contro l’Inter, ndr). La squadra vista oggi ha offeso i tifosi: per questo sono molto, molto addolorato». Due giorni dopo De Laurentiis aveva fatto marcia indietro. «La reazione che ho avuto a Lecce è stata quella del tifoso deluso dall’aver sprecato un’occasione importante. In me albergano due anime, quella del presidente e quella del tifoso e, quando sono sugli spalti, viene fuori quella del sostenitore. Poi, come presidente, già una volta arrivato all’aeroporto mi ero calmato. Ho fatto un rewind del film Napoli e mi son detto che dove eravamo arrivati era già un traguardo visto che all’inizio si parlava di classificarci tra il quinto ed il decimo posto».
De Laurentiis ora parla della presenza di Antonio Lo Russo a bordo campo per Napoli-Parma. «Questo signore presentato nelle foto era vicino a un rappresentante delle forze dell’ordine ed era alle dipendenze di un manutentore del campo di gioco, quindi non è che il calcio Napoli può stare all’entrata a verificare la fedina penale di tutti quelli che entrano, altrimenti dovremmo anche investigare, e non solo sui frequentatori dello stadio – ha detto il presidente – A me non risulta che il Napoli sia coinvolto. Per quanto riguarda la presenza allo stadio di determinati elementi, le società di calcio non possono mai essere considerate come responsabili perchè allo stadio possono non andare solo coloro che sono colpiti da Daspo, tutti gli altri in luoghi pubblici possono avere accesso: questa è la legge, questa è la regola. Noi abbiamo 700 steward le cui liste sono presentate agli uffici della questura, però bisognerebbe stabilire con il ministro degli Interni se in un impianto sportivo pubblico di così grande capienza debbano essere ammessi coloro che hanno reati diversi da quelli da stadio».
La nuova proprietà della Roma scende in campo in difesa del club e del suo capitano: «Giù le mani dalla Roma e dal suo capitano – dice il responsabile della comunicazione, Tullio Camiglieri – Colpisce il modo in cui si sta tentando di infangare la Roma, centellinando presunte notizie di reato frutto di millanteria di alcune persone. Non è questo il modo di difendere la trasparenza del nostro campionato e la legalità dentro e fuori i campi. Confidiamo che tutto venga rapidamente ricondotto – su un piano di rispetto delle regole degno di uno stato di diritto».
«Francesco Totti è assolutamente e totalmente estraneo» alla vicenda del calcioscommesse e «la Roma tutelerà l’onorabilità del suo capitano agendo nelle sedi giudiziarie – dice l’avvocato Antonio Conte – In riferimento ad alcuni articoli apparsi in data odierna su vari e diversi organi di stampa nazionale, ove alcuni hanno associato il nome di Totti alla vicenda di cui si sta occupando la procura di Cremona, ribadisco l’assoluta e totale estraneità di Francesco ai fatti richiamati nei suddetti articoli. E ribadisco anche che su mandato di Totti agirò senza indugio nelle sedi giudiziarie competenti nei confronti di chiunque abbia leso l’immagine e l’onorabilità del capitano. Aggiungo che l’As Roma, avendone avuta conferma dall’avvocato Cappelli per Unicredit, nelle prossime ore ribadirà fortemente la medesima posizione sia a supporto del suo capitano sia a tutela della società stessa».Daniele Corvia: «Tutto questo è pura invenzione. Fa male sentire il mio nome accostato a persone che non conosco, inoltre queste sono cose che non faccio – dice il giocatore del Lecce a Centro Suono Sport – Mi preoccupo per l’immagine e la mia figura tirate in ballo in questo modo. Non so che dire. Io che tiro in ballo giocatori della Roma: ogni mattina ce n’è una nuova. Voglio solo che si chiarisca il prima possibile. Non riesco a capire questo accanimento nei miei confronti».
«Sulla vicenda del calcio scommesse si faccia luce al più presto per l’interesse di tutti e per lo sport italiano. Al tempo stesso, però, attenti ai tritacarne che infangano tutti e che rischiano di creare confusione e di dare messaggi sbagliati, e per questo esprimo tutta la mia solidarietà a Francesco Totti – dice il presidente della Provincia di Roma – Man mano che l’inchiesta va avanti, stanno emergendo cose inquietanti come il coinvolgimento della camorra. Ma ci vuole prudenza con i processi a prescindere perchè nel tritacarne può finirci chiunque». «Desidero esprimere la mia totale solidarietà a Francesco Totti, come ho già fatto nei giorni scorsi per Daniele De Rossi – dice persino Daniele Capezzone, portavoce del Pdl -Da cittadino esprimo il mio sconcerto per la naturalezza con cui, ormai, i media infilano chiunque nel tritacarne, anche quando si tratta soltanto di voci, di ipotesi magari infondate, di riferimenti senza nome o confusi. Eppure, la formuletta giornalistica è già pronta: “Spunta il nome di Tizio, Caio, Sempronio”. Possibile che tanti giornalisti non si rendano conto del fatto che così si può massacrare chiunque? È sufficiente che una persona sia evocata da altri, magari da un millantatore totale, magari a sproposito, magari falsamente, e il malcapitato si ritrova fatto a pezzi, sbattuto sui giornali, e comunque ‘coinvoltò. Ormai, in questo Paese, in cui pure tutti amano citare la Costituzione, la presunzione di innocenza (che vale per tutti, fino a sentenza definitiva di condanna) è un concetto che è stato archiviato dal giustizialismo selvaggio e dal sensazionalismo montante. Ma c’è di più: ora, come dimostrano i casi di Totti e De Rossi, si va affermando una presunzione di coinvolgimento che può travolgere chiunque, anche chi è estraneo a una vicenda, ma viene comunque tirato in ballo. Ma è giornalismo, questo? Non auguro a nessun giornalista di vedere un giorno il proprio nome dato in pasto ai media per una vicenda spiacevole. Ognuno farebbe bene a chiedersi: e se capitasse a me?».
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