Finalmente si gioca. Scongiurato con la stipula di un “accordo-ponte” tra Assocalciatori e Lega il rischio di veder saltare anche la seconda giornata di un Campionato che nasce, già così, sotto i peggiori auspici ( e che, comunque, non risolve affatto i problemi ma, semplicemente, ne rinvia ulteriormente la definizione), si potrà tornare a celebrare il classico rito del weekend “pallonaro” ( parlare di domenica, ormai, sarebbe anacronistico, vista l’adozione della formula dello “spezzatino” in ossequio ai soldi delle tivvù ).
E l’antipasto di questa stagione che si preannuncia, oltre che problematica, anche molto lunga ( ci sarà, al termine dell’attività dei club, la coda degli Europei, ndr ), è per palati fini. Saranno, infatti, Milan e Lazio ad aprire le ostilità. I campioni d’Italia partono con i favori del pronostico, accordatigli dalla quasi unanimità degli addetti ai lavori non solo in virtù del fresco tricolore appuntato sulle maglie, ma perché la squadra rossonera è quella che ha cambiato meno e, a fronte della sola partenza eccellente di Andrea Pirlo ( sponda Juventus), ha mantenuto pressoché invariato il proprio organico arricchendolo di ulteriori giocatori di sicuro rendimento come Noverino ( arrivato dal Palermo nell’ultimo giorno utile del mercato), Aquilani ( è lui il vero “mister x” della campagna acquisti del club di Via Turati) e Mexès, nonchè giovani di grande prospettiva come El Shaarawy. Opposta a questa autentica “corazzata” ci sarà la rinnovata Lazio di Reja. La squadra biancoceleste è stata molto attiva sul mercato e, se non ci fosse stato il “grande esodo” dell’ultimo giorno di mercato ( con le cessioni di Zarate, Floccari e Foggia), avrebbe meritato, forse, il platonico titolo di “regina dell’estate”. L’attacco laziale sarà, così, molto diverso , sia negli uomini, sia nell’interpretazione che i nuovi ( Klose e Cissè) sapranno offrire del ruolo. Si presenterà, infatti, molto più fisico e votato alla ricerca immediata della porta, perdendo, forse, qualcosa in termini di fantasia e di velocità. Migliore o peggiore, sarà, ovviamente, il campo ad emettere il verdetto ma la sensazione è che ci sia, in casa biancoceleste, molta più convinzione nei propri mezzi, il che potrebbe tradursi in un atteggiamento più aggressivo della squadra, spesso accusata, nella passata stagione, di essere molto manovriera ma anche poco incisiva e intensa. Sarà importante vedere come tutto l’ambiente laziale avrà metabolizzato il trasferimento ( perché trattasi di prestito oneroso a 2,7 milioni con diritto di riscatto fissato a 15,5 milioni e non di cessione a titolo definitivo) di Zarate all’Inter che moltissimi malumori ha suscitato tra i tifosi biancocelesti. Il modulo scelto da Reja sarà quello più utilizzato nella scorsa stagione: il 4-2-3-1. Ma sono proprio le caratteristiche degli interpreti ( Klose e Cissè sono punte pure anche se il francese partirà più dietro, Hernanes e Mauri sono giocatori dalla propensione spiccatamente offensiva) a far pensare che il tecnico friulano abbia intenzione di salire a San Siro per, quantomeno tentare di giocare a viso aperto la gara contro i rossoneri. Si preannuncia, così, almeno sulla carta, una Lazio ben diversa da quella che nella passata stagione aveva sì strappato un prezioso punticino ( 0-0, il risultato finale di quella partita) ma mostrando un atteggiamento oltremodo rinunciatario. I problemi, stavolta, potrebbero derivare da un eccessivo sbilanciamento della squadra che dovrà evitare, nel modo più assoluto, di allungarsi, “spaccandosi” in due tronconi. Contro Pato e Ibra sarebbe un’impresa riuscire a non pagar dazio. Decisivo sarà, quindi, il ruolo di Ledesma e Brocchi che dovranno assolvere il non semplice compito di garantire per tutti e 90 i minuti di gioco quel movimento ad “elastico” in grado di tener corta la squadra. La partita della Lazio si deciderà, verosimilmente, lì.Tutta da valutare e verificare,invece, l’incidenza delle assenze tra gli ospiti: mancherà, per squalifica, Marchetti ( rimediata lo scorso anno nell’ultima gara del campionato Primavera del Cagliari, ndr ) e, per infortunio, Radu (”Una sofferenza infiammatoria a carico dell’inserzione prossimale del legamento collaterale mediale del ginocchio destro” la diagnosi per l’esterno sinistro romeno che ne dovrebbe avere per altri tre giorni). Al loro posto ci sarà certamente il portiere argentino Bizzarri ( praticamente inoperoso da due anni, ndr) e, probabilmente, Zauri sulla fascia sinistra. Assente, tra coloro che avrebbero potuto subentrare dalla panchina, anche il neoacquisto Cana, infortunato. Se i biancocelesti dovessero riuscire a mantenere gli equilibri non sarebbe impossibile ( resterebbe, comunque, difficilissimo, sia chiaro) infrangere un tabù, quello delle partite senza vittorie nel San Siro rossonero, che dura dall’ormai lontanissimo 1989 ( si era nel campionato 1989/90 e il 3 settembre quel Milan-Lazio terminò 0-1 con autorete decisiva di Maldini). Da allora solo dolori. Iniziare con il piede giusto, forse mai come stavolta, potrebbe assumere un significato di particolare importanza.Daniele Puppo
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