A presiedere il tribunale speciale, incaricato di esaminare in sede monocratica, il caso dei due marò e la questione della relativa giurisdizione, sarà Amit Bansal, nominato dall’Alta Corte di Nuova Delhi. È quanto riporta l’Economic Times, citando fonti giudiziarie indiane.Tra i poteri di un tribunale di questo tipèo non c’è la pena di morte. Al riguardo le norme indiane sono chiare: “il tribunale di un magistrato capo giudiziario può dettare qualsiasi sentenza autorizzata dalla legge, eccetto quelle che prevedano la pena di morte o l’ergastolo.” Per i reati giudicati sono previsti al “massimo sette anni di carcere”.
E questo conferma quanto assicurato dal ministro degli Esteri Indiano Salman Khurshid al nostro sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura. Quest’ultimo, infatti, spiega che la decisione di far ripartire i due fucilieri della marina è stata presa solo nel momento in cui si è ricevuta una garanzia ufficiale: “Un documento scritto, con l’assicurazione che non sarebbero stati arrestati e in cui si escludeva la possibilità della pena di morte. Solo a quel punto abbiamo deciso di metter fine alla sospensione dell’Affidavit con cui l’Ambasciatore Mancini si impegnava per il rientro. Per l’Italia la parola data è importante”. Poi aggiunge “Khurshid ha dettato una nota verbale chiara, che non la chiami accordo posso capirlo per motivi di politica interna, ma che la dichiarazione ci sia è inoppugnabile”. Ora non resta che attendere la prima udienza, fissata per il 2 aprile.
I media indiani intanto ricordano che, nel caso di condanna, i due marò potranno scontare la loro pena in patria, visto il recente accordo siglato da India e Italia (ma smentito dalle autorità indiane).
Da parte loro, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone fanno un appello via mail: “Non ci serve ora di sapere di chi sia stata la colpa, nè che le forze politiche si rimbalzino la responsabilità. Quello che chiediamo ora non è divisione: unite le forze e risolvete questa tragedia”. Un messaggio definito dal sottosegretario agli esteri, Staffan De Mistura, ”chiaro”: L’invito dei marò ai politici italiani di “unire le forze” per “risolvere questa tragedia”, ha dichiarato De Mistura all’ANSA, è ”un bellissimo esempio” che ” viene da due militari che sono affiatati ed uniti” e che ” vogliono guardare avanti”.
C.D.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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