Silvio Berlusconi sarà sentito martedì a Palazzo Chigi, in qualità di parte lesa dai pm di Napoli che indagano sulla vicenda Tarantini-Lavitola. L’appuntamento è stato reso noto dal procuratore capo Giovandomenico Lepore che sarà personalmente a palazzo Chigi assieme ad alcuni sostituti. Il Csm ha convocato per il 22 settembre il procuratore di Bari Antonio Laudati; mentre tre giorni prima, il 19, ascolterà Giuseppe Scelsi, il pm che per primo ha indagato sul giro di escort portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze private del premier. Le audizioni saranno compiute dalla Prima Commissione, la cui composizione è stata appena rinnovata e che ora è presieduta dal laico del Pdl Nicolò Zanon.
Le date scelte indicano la volontà del Csm di procedere celermente, ma comunque dopo aver acquisito le informazioni chieste alla procura di Lecce, che sta accertando se i magistrati hanno compiuto reati nella conduzione dell’inchiesta su Tarantini allo scopo di favorirlo. Sarà notificato dopo il 15 settembre l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sulle escort portate da Gianpaolo Tarantini alle feste organizzate tra il 2008 e il 2009 nelle residenze private del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Da fonti giudiziarie si apprende che partiranno in quella data gli avvisi previsti dall’articolo 415 bis del Codice di procedura penale, a carico di una dozzina di indagati, tra cui lo stesso Tarantini, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al favoreggiamento della prostituzione. Con la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini, saranno a disposizione dei difensori tutti gli atti dell’inchiesta, dai verbali di interrogatorio delle ragazze portate alle feste alle intercettazioni, molte delle quali sono contenute nell’informativa finale della Guardia di Finanza, depositata nel luglio scorso dopo quasi tre anni di indagini.Non è ancora stata fissata la data in cui i pm napoletani ascolteranno il premier Silvio Berlusconi nell’ambito delle indagini sulla presunta estorsione ai suoi danni. A quanto si è appreso i legali di Berlusconi, avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, potrebbero indicare domani ai pm la data e il luogo concordati con il premier tenendo conto dei suoi impegni istituzionali. Intanto l’attività di indagine prosegue; i pm Curcio, Piscitelli e Woodcock potrebbero interrogare nuovamente nei prossimi giorni Gianpaolo Tarantini i cui legali, Alessandro Diddi e Ivan Filippelli, hanno annunciato che presenteranno un’istanza di scarcerazione al Riesame. ”Finora sono stato in silenzio, ma sono stanco di passare per ‘l’Uomo Nero”’. Lo afferma in un comunicato Valter Lavitola, di cui la procura di Napoli ha chiesto l’arresto per estorsione ai danni del premier ed è attualmente latitante. In proposito, Lavitola riferisce che sta valutando l’opportunità di rientrare in Italia. Il direttore dell'”Avanti!” si dice stanco di essere considerato l’ ”unico artefice di una situazione venutasi a creare solo a causa delle serie difficoltà del Tarantini ed in cui io, per evidenti motivi di opportunità, mi sono limitato a fare da tramite con il Presidente che, come è noto, è sempre spinto da un forte sentimento di solidarietà con le persone che si trovano in disagio e, in particolare, con le persone che lui ritiene abbiamo avuto dei seri problemi solo per averlo frequentato o essergli state vicine”. Lavitola informa quindi di avere in preparazione ”un memoriale che consegnerò all’autorità giudiziaria tra qualche giorno, dopodiché rilascerò una intervista alla stampa nella certezza di chiarire tutto, carte alla mano. Ovviamente – aggiunge – l’opzione più auspicabile sarebbe il mio rientro in Italia per chiarire al meglio l’intera vicenda. Con il mio avvocato stiamo studiando gli atti e seguiamo le concitate indagini in corso e, non appena avremo un quadro generale esaustivo, valuteremo la opportunita’ del rientro per sottopormi ad un ampio interrogatorio”. ”Il presidente Berlusconi mi ha chiesto di aiutare Tarantini e mi chiese anche di assisterlo sul piano personale, perché aveva intuito lo stato di afflizione in cui versava” dichiara Lavitola. ”La vicenda Tarantini – sottolinea – non ha mai monopolizzato i rapporti tra me e il Presidente, trattandosi di un argomento residuale e per nulla allarmante. E’ bene che si sappia che il Presidente mi onora della sua amicizia e mi riceve da vari anni, prima che conoscesse Tarantini”. ”Quando ho conosciuto Tarantini – prosegue – era assistito dall’avvocato D’Ascola, con il quale non andava d’accordo e la prima richiesta che mi avanzò fu quella di aiutarlo a sostituire il legale. In seguito mi ha poi chiesto di fare un piano per sistemare la sua situazione debitoria. Successivamente mi ha chiesto di consegnare delle sue lettere al Presidente in quanto, a mio avviso giustamente, il Presidente non riteneva di incontrarlo: non perché non tenesse a lui, ma perché temeva strumentalizzazioni e ripercussioni mediatiche qualora fosse emersa la continuita’ della frequentazione con il Tarantini (come si e’ visto aveva ragione: nessuno crede che lo aiutasse per generosita’)”. ”Come si evince dalle intercettazioni – dice ancora Lavitola – Nicla e Giampaolo mi incalzavano affinche’ convincessi il Premier a riceverli; non potevano certo chiamarlo loro, per i motivi di opportunita’ prima citati. Ma avevano necessita’ di incontrarlo perche’ per loro era un balsamo psicologico”. Assoluta estraneità a ”pagamenti, movimentazione di denaro o incontri” nella vicenda dei presunti ricatti di Lavitola e Tarantini al premier Silvio Berlusconi viene espressa, in una nota, dal parlamentare e legale del premier Niccolò Ghedini. ”L’articolo apparso su La Repubblica con grande risalto in prima pagina ove si prospetta che sarei stato a conoscenza dei danari illeciti è palesemente diffamatorio – afferma – destituito di ogni fondamento, completamente inventato anche e proprio in relazione all’ordinanza emessa dal Gip di Napoli”. Nell’ordinanza del Gip, afferma Ghedini nella nota – si può apprezzare come l’unico momento in cui vi sarebbe stato un mio interessamento in merito ai 500mila euro sarebbe a versamento ampiamente avvenuto. Secondo l’ordinanza infatti, l’avv. Perroni difensore di Tarantini gli avrebbe chiesto se effettivamente aveva ricevuto quei soldi, notizia che avrebbe appreso da me e in merito il Gipritiene opportuno che si svolgano approfondimenti ma ovviamente in relazione al capo di incolpazione nei confronti di Lavitola e Tarantini. Quindi da parte dell’autorità Giudiziaria non vi è alcuna indicazione di una consapevolezza ex ante ne’ di una compartecipazione ne’ la consegna del denaro né alcun profilo di illiceità”. ”Fra l’altro – prosegue Ghedini – non e’ per nulla corrispondente al vero neppure tali ipotesi e sara’ facile dimostrarlo in giudizio. Si ricordi comunque che essendo il Presidente Berlusconi persona offesa dal reato di estorsione, se avesse comunicato al suo avvocato di fiducia anche prima del pagamento cio’ che stava accadendo, non vi sarebbe nulla di anomalo poiché in occasioni consimili puo’ accadere di consultarsi con un professionista. Ovvero puo’ essere, come è noto a chiunque operi nel settore della giustizia, che la vittima dell’estorsione prima di pagare si consulti con un avvocato e ancorche’ questi lo consigli di rivolgersi all’autorità giudiziaria assuma autonomamente decisioni diverse ed ottemperi alla richiesta estorsiva. Così non è stato e nulla anticipatamente sapevo dell’asserito pagamento dei 500mila euro”. ”Da tutti gli atti e da tutte le intercettazioni si comprende perfettamente la mia estraneità dove mai sono nominato in relazione a pagamenti, movimentazione di denaro o incontri. Proprio nella conversazione fra Lavitola e Tarantini, si comprende la evidente preoccupazione del primo che eventualmente potessi venire a conoscenza dell’accadimento. Procederò in ogni sede nei confronti del giornale La Repubblica e di chiunque proporra’ o sosterra’ queste diffamatorie ricostruzioni”, conclude Ghedini.
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