Niente più segno meno, grazie all’aumento della fiducia di imprese e famiglie che sta risvegliando i consumi. L’indicatore di Confcommercio ha registrato a luglio di quest’anno una crescita dello 0,4% rispetto a giugno ed un incremento del 2,1% tendenziale, il valore più alto dal 2010. E non è tutto: Confcommercio conferma anche le proprie previsioni per una crescita del Pil dell’1,1% nel 2015 e 1,4% nel 2016. E’ quanto Lo si legge nei dati diffusi questa mattina a Roma dal Centro studi di Confcommercio.
“Dopo un semestre di ripresa dell’attività economica, emergono segnali incoraggianti nel mercato del lavoro: a luglio, infatti, per il secondo mese consecutivo gli occupati, al netto dei fattori stagionali, aumentano in termini congiunturali di 44 mila unità”, ha spiegato Mariano Di Bella direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia.
I dati degli ultimi mesi confermano poi il miglioramento della domanda per consumi sostenuta in larga parte da un nuovo ciclo di acquisti di beni durevoli. Significativi gli aumenti per i beni (+2,3%) e servizi per la casa (+1,6%), in particolare energia elettrica, mobilità (recuperano auto e moto). Risultano in calo ancora gli alimentari, bevande e tabacchi (-0,2%). Secondo l’Ufficio studi l’inflazione dovrebbe registrare a settembre un calo dello 0,3% su mese e un aumento di pari entità su anno. In base a una simulazione dell’Ufficio studi circa l’evoluzione del Pil nei prossimi trimestri, che vede una crescita dell’1,4% tendenziale nel terzo trimestre e del 2% nel quarto, il Governo potrebbe raccogliere la sfida di mantenere una crescita a questo livello (vicino al 2%) anche nella media del 2016 grazie a politiche fiscali distensive.
“Attrattori dei consumi nei primi 7 mesi del 2015 sono i beni e i servizi per la mobilità, complici, anche gli aumenti dei carburanti e del trasporto pubblico (+6,2%) – ha detto Bella – e inoltre i beni e servizi per le comunicazioni, dunque apparecchi tecnologici come telefonini e computer (dei quali cresce anche l’import) e i consumi legati al turismo, alberghi e consumazioni fuori casa (+ 1%). Mentre l’aumento di alimentari, bevande e tabacchi è di solo 0,5%”.
Dunque, per dirla con le parole del presidente dei commercianti, Carlo Sangalli, “la ripresa c’è ma la prudenza è d’obbligo”. Ora bisogna che il governo agisca sulla leva fiscale. “Nei primi sei mesi di quest’anno 35.000 attività commerciali al dettaglio hanno chiuso. Non c’è tempo da perdere, bisogna ridurre con più coraggio le tasse e tagliare l’Irpef da subito nel 2016” ha raccomandato Sangalli.
La Confcommercio, in particolare, chiede l’abolizione totale dell’Imu degli immobili delle imprese. Quello per le tasse sulla casa, “sarà l’unico funerale a cui gli italiani parteciperanno con gioia” ha detto a proposito della promessa del Premier di abolire la tassa sulla prima casa il 16 dicembre. Sangalli ha aggiunto: “Chiediamo la totale deduzione dell’Imu sugli immobili delle imprese, inclusi gli alberghi e negozi”.
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