La Corea del Nord già da qualche giorno ha posizionato due missili a gettata intermedia sulla costa orientale del paese. All’inizio della settimana che si è appena conclusa Pyonyang ha dato il via a manovre militari in risposta al piazzamento di radar antimissili americani in collaborazione con l’odiato Sud. Per smorzare questa escalation di tensioni, il Pentagono ha deciso di rinviare un test balistico per i missili intercontinentali Minuteman 3 che avrebbe dovuto avere luogo nei giorni scorsi in California. Fonti della difesa americana riferiscono che il test era in programma da tempo e non ha alcun collegamento con la situazione nella penisola coreana, ma il capo del Pentagono Chuck Hagel ha ritenuto rinviarlo comunque, probabilmente a maggio.
Questa decisione degli americana potrebbe tuttavia non servire a fermare quello che il mondo teme. Il lancio di missili infatti, secondo quanto riferisce l’agenzia Yonhap, dovrebbe avvenire intorno a metà della settimana che sta per iniziare, a quel 10 aprile che è la scadenza indicata alle ambasciate straniere insieme all’invito a evacuare perché non in grado dopo quella data di garantire la sicurezza del personale diplomatico in caso di conflitto. La Corea del Nord punta a sbloccare la situazione di stallo nel dialogo internazionale sulle sua ambizioni nuclearti sollecitando gli Stati Uniti a mettere in campo un inviato speciale, la Cina e la Russia ad assumere un ruolo di mediazione e la Corea del Sud a riaprire il dialogo diretto con Pyongyang, abbandonando la linea dura. Ogni possibilità è aperta al momento, secondo il capo della sicurezza nazionale della Corea del Sud: “non ci sono segnali di una guerra su vasta scala, ma il Nord dovrebbe prepararsi per rappresaglia in caso di qualsiasi conflitto locale”. La recente ondata di minacce da parte della Corea del Nord ha lo scopo di spingere la presedente sudcoreana Park Geun-Hye, insediatasi afebbraio, ad allentare la politica dura verso il Nord.