La crisi economica mondiale ha toccato molti Paesi ma nessuno ha accusato tanto il colpo come la Grecia. Le casse dello Stato sono vuote e poiché il rischio è il default, il governo di George Papandreou è pronto a varare una nuova manovra che consenta il via libera a nuovi aiuti da parte dell’Europa. Ma il baratro nel quale è scivolata l’economia greca ha travolto milioni di famiglie, provocandone la rovina, e qualcuno non ha avuto la forza di sopportare la situazione. Secondo il Wall Street Journal, che riporta dati ufficiali del ministero della Salute greco, nei primi cinque mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si è registrato un aumento del 40% dei suicidi.
Le vittime in realtà potrebbero essere molte di più perché in Grecia il suicidio è vissuto come una vergogna, pertanto molte famiglie cercano di far passare per incidenti la morte dei propri cari. L’organizzazione Klimaka, che gestisce un telefono amico per la prevenzione dei suicidi, un tempo riceveva al massimo 10 chiamate al giorno; oggi il numero arriva anche a 100. A chiamare sono uomini finanziariamente rovinati fra i 35 e i 60 anni: le vittime della crisi, che non vedono più sbocchi per la propria vita, che hanno perso la loro identità di padre e di marito che porta a casa quello che alla famiglia serve per vivere. Sono i risvolti più drammatici di una recessione economica che richiede sì sacrifici ma non tali da dover coinvolgere vite umane.
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