A Napoli chi denuncia di essere stato vittima di estorsione ed usura verrà esentato per tre anni, dal pagamento di tutti i tributi e delle tasse comunali. Il provvedimento è stato votato dalla giunta comunale e inserito nel bilancio. Il beneficio sarà attribuito dal momento in cui viene emessa una sentenza di condanna in primo grado nei confronti dei denunciati.
La norma, voluta dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, è stata elaborata dagli assessori alla Cultura, Nino Daniele, e allo Sviluppo, Enrico Panini.
Il Comune di Napoli, da alcuni anni, ha avviato un’autonoma attività di contrasto al fenomeno estorsivo, favorendo la nascita e le attività delle associazioni antiracket su tutto il territorio cittadino e incoraggiando tutti i soggetti economici, nella misura in cui essi scelgono di non subire l’intimidazione delle organizzazioni criminali e di denunciare l’estorsione ex art. 629 c.p. ovvero i delitti ex artt. 353 c.p., 353 bis c.p. e 513 bis c.p., anche nel settore degli affidamenti di lavori, servizi e forniture dell’ente locale, a presentare domanda di iscrizione negli elenchi per gli affidamenti di lavori, servizi e forniture ex artt. 122 – 125 d.lgs. 163/2006 e artt. 176 e ss. D.P.R. 207/2010.
La situazione economica, particolarmente pesante in tutto il Meridione d’Italia, è la conseguenza di una serie di crisi finanziarie che hanno inciso non solo sugli aspetti occupazionali e reddituali degli italiani, ma anche sui meccanismi di protezione sociale: maggiori i costi per l’accesso ai servizi, più frequenti i processi di repentino impoverimento causati da disoccupazione o sottoccupazione. Ne derivano difficoltà sempre maggiori per chi ha assunto impegni creditizi precedenti, causa la riduzione del reddito reale, che sfociano in un sovraindebitamento (come ammontare, come trend statistico e come ricorso a intermediari finanziari diversi da quelli bancari) fino ad arrivare all’incapacità di rimborso dei debiti contratti.
Questo in motivo più attuale per il quale si è sviluppato a macchia d’olio il fenomeno dell’usura, che trova la sua culla nel Meridione d’Italia, in special modo in Campania. L’usura è diventata una nuova strategia operativa della criminalità organizzata, che la usa anche per il riciclaggio e per il forzato rilevamento di attività lecite carpite alle vittime. La categoria più esposta all’usura è quella dei piccoli imprenditori (titolari di bar, pizzerie, esercizi commerciali) che non riescono ad accedere alle normali linee di credito.
Ma l’usura può affiancarsi l’estorsione. Nella tipologia delineata dal Censis, l’usuraio “investitore” è quello che appartiene alla criminalità organizzata, dispone di ingenti capitali, opera in società insospettabili proponendosi di rilevare le imprese più deboli, in deficit o in situazione fallimentare, alzando sempre di più i tassi di interesse. Secondo la Fipe (Federazione italiana pubblici esercenti) con questo sistema la mafia si sarebbe impossessata, in Italia, di 23.500 attività commerciali, in prevalenza bar, latterie e ristoranti.
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