La Deutsche Bank di Francoforte avrebbe condotto una manipolazione di mercato, attraverso la vendita di 7 miliardi di euro di titoli di Stato italiani avvenuta nel giugno del 2011. Questa è l’accusa formulata dalla Procura di Trani, chiamata ad indagare secondo l’art.10 del codice di procedura penale che disciplina il reato commesso da uno straniero residente all’estero ai danni di un cittadino o, come in questo caso, dello Stato italiano.
Dall’inchiesta condotta dal pm Michele Ruggiero risultano per ora 5 indagati, tra cui l’ex presidente DB, Josef Ackermann, l’ex capo dell’ufficio rischi Hugo Banziger, l’ex direttore finanziario Stefan Krause e due ex amministratori delegati, Anshuman Jain e Jurgen Fitschen.
La Guardia di Finanza ha sequestrato atti e mail nella sede di Milano della banca tedesca, in Piazza del Calendario e sarebbe stato già sentito dalla procura, ma solo come persona informata dei fatti, il responsabile DB Italia Franco Valeri.
Sono due le operazioni imputate alla sede centrale della banca tedesca: la massiccia vendita dei titoli di Stato italiani e il contemporaneo acquisto di circa 1,4 miliardi di Cds (Credit Default Swap) sull’esposizione al rischio Italia. Di questo ultimo acquisto non erano a conoscenza nè i mercati finanziari nè il Mef (Ministero Economia e Finanza). Vediamo di capire come e perchè le azioni dell’istituto bancario possano costituire una manipolazione del mercato, traducibile in un ribasso del prezzo e una conseguente riduzione del loro valore dei titoli.
Il Credit Default Swap (Cds) è un tipo di derivato (swap) e fu introdotto per la prima volta dalla J.P. Morgan negli anni ’90. Di fatto si tratta di una polizza di assicurazione che la filiale tedesca della Deutsche Bank ha stipulato sui titoli di stato italiani per 1,4 miliardi di Cds. Secondo l’accusa, questa è una prova del fatto che la banca di Francoforte vantando la sostenibilità del debito sovrano dell’Italia, incentivava l’acquisto da parte degli investitori degli stessi titoli dal cui eventuale crollo aveva deciso di proteggersi.
In altre parole quindi, l’intento dei manager finanziari era di liberarsi del patrimonio di titoli di stato italiano in possesso della banca, pari a otto miliardi di euro alla fine del 2010. Secondo la Procura di Trani, le azioni della Deutsche Bank avrebbero prodotto una manipolazione di mercato, che avviene sia attraverso la diffusione di notizie false sia attraverso l’omissione di informazioni. Ed infatti gli investitori non erano a conoscenza delle dismissioni (cessioni, in questo caso di titoli finanziari) operate dall’istituto bancario.
Ma la Deutsche Bank non è l’unica ad essere finita nell’occhio del ciclone: anche due colossi mondiali delle agenzie di rating, la Standard & Poor’s e la Fitch, sono accusate dalla Procura di Trani di aver manipolato il mercato attraverso “artificiose valutazioni” nel 2011. All’udienza preliminare sono stati rinviati a giudizio due manager di Fitch e ben sei della S&P.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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