Mentre a Washington è quasi tutto pronto per le elezioni presidenziali di martedì 8 novembre, in cui si deciderà se a succedere a Barack Obama sarà Hillary Clinton o Donald Trump, l’intelligence USA ha lanciato un allarme terrorismo per lunedì 7, la vigilia del voto.
Secondo la CBS, gli 007 americani temono un attentato da parte di al-Qaeda. Lo stato di allarme riguarderebbe i tre stati di New York, Texas e Virginia.
Ma il governo USA non si sta preparando a difendersi solo dai jihadisti. Lavorando insieme alla Casa Bianca, e con l’aiuto del Pentagono e delle agenzie di sicurezza nazionale – dalla CIA alla NSA –, il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale ha coordinato un piano di sicurezza informatica senza precedenti. Secondo quanto riporta la NBC, citando alti funzionari dell’amministrazione Obama, a Washington si teme un attacco informatico che possa disturbare – o peggio impedire – il funzionamento del voto. Il worst case scenario, la peggiore delle ipotesi prese in esame dagli esperti di Washington, è un attacco coordinato che blocchi le comunicazioni via internet in tutto il paese, o che produca un blackout generale sulla rete elettrica.
Si lavora anche per prevenire, o al limite arginare, la diffusione di notizie false attraverso i social media. Il problema è pressante in vista delle elezioni: con la fiducia riposta nella stampa tradizionale ai minimi storici, molti elettori si informano prevalentemente su internet. Una bufala pubblicata al momento più opportuno potrebbe falsare l’esito del voto: articoli falsi, condivisi ad esempio su Facebook o Twitter, riescono ad essere letti da milioni di ignari utenti prima di essere smentiti o ritrattati.
Alcuni sospettano che dietro l’azione dei pirati informatici si nasconda la regia della Russia. “I russi sono all’attacco”, avverte l’ex ambasciatore a Mosca Michael McFaul, e “gli USA stanno lavorando sulle strategie per rispondere a questa offensiva, ai massimi livelli”. Già nelle scorse settimane, sempre secondo quanto aveva riportato NBC, il presidente Obama aveva ordinato alla CIA un attacco informatico “senza precedenti” contro il Cremlino, per mettere in imbarazzo Vladimir Putin e persuaderlo a tenere a freno gli hacker russi. “Sceglieremo noi il momento e le circostanze che avranno l’impatto maggiore”, aveva commentato il vicepresidente Joe Biden, confermando indirettamente le indiscrezioni.
Intanto, l’emittente russa in inglese RT ha pubblicato un’intervista a Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, che dal 2012 vive nell’ambasciata ecuadoriana a Londra. Assange prevede che a vincere le presidenziali USA sarà l’ex Segretario di Stato: “Le banche, i servizi di intelligence, le aziende di armi, il capitale straniero eccetera, sono tutti uniti dietro Hillary Clinton”, mentre l’unico gruppo di potere rimasto a sostenere Trump sarebbero i cristiani evangelici. A sostenere la Clinton ormai sarebbero “sia i proprietari dei media, sia gli stessi giornalisti”.
Da mesi Wikileaks soffia sul fuoco del Mailgate. Oltre alle email estratte dal server privato usato dalla Clinton quando era Segretario di Stato, il sito fondato da Assange ha pubblicato anche estratti dalla corrispondenza di John Podesta, il capo della sua campagna elettorale, e più di 20 mila messaggi inviati o ricevuti dal personale del Comitato nazionale democratico. Tutto questo impegno gli ha attirato aspre critiche da chi crede che abbia fatto il gioco della Russia, e quindi, indirettamente, di Trump, che più volte si è professato un ammiratore di Putin. La Clinton e il suo staff hanno accusato pirati informatici russi di aver estratto e consegnato a Wikileaks la sua corrispondenza. Accuse condivise, secondo Assange, da “17 agenzie statunitensi”. Ma sono false, sostiene; per poi accusare l’ex Segretario di Stato di voler “proiettare un’isteria neo-maccartista sostenendo che la Russia sia responsabile di tutto”.
Putin, nei giorni scorsi, aveva accusato la candidata democratica di provare a “deviare l’attenzione” degli elettori USA dai “problemi reali” della loro società. E Assange ieri ha rincarato la dose: “L’America è per caso una repubblica delle banane? Come può la Russia influenzare la scelta del popolo americano?”.
F.M.R.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy